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mercoledì 22 aprile 2009

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L’ALTRODOVE: un diverso livello dell’esistere

The Second Coming

Image by Oliver Ingrouille via Flickr

Mi accorgo, a volte, di avere una realtà ben distinta nella mente ed avere poi difficoltà a descriverla. Certo, mettere su carta i propri stessi pensieri o le immagini sfuocate della mente, può aiutare a comporre una storia, ma non sarà mai davvero come la storia che abbiamo creato a priori. Principalmente, il mondo dell’Altrodove è proprio un diverso livello di esistenza, slegato dalla pura e semplice realtà di un universo fenomenico ed, almeno in superficie, autonomo.

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Gli universi, come ampolle, si moltiplicano e si suddividono con le due variabili incatenate fra loro, che sono lo spazio ed il tempo. Ho voluto definire l’Altrodove come un estratto di mondo la cui variabile del tempo è una costante, prossima allo zero. Dilatando il tempo all’infinito, otteniamo quell’Anomalia temporale che distorce il tessuto dello spazio del Verodove, aprendo pericolosi varchi che destabilizzano la materia. E’ questo il motore che porta Altrodove e Verodove ad incontrarsi – o, per meglio precisare – a scontrarsi. Essi sono dei mondi in antitesi, profondamente diversi e che si basano su leggi fisiche inconciliabili fra loro. Questo naturalmente non esclude un qualche tipo di contatto, che si ritrova poi in quelle creature che possono, in qualche modo, attraversare il confine. Esse lo fanno in modo differente: principalmente ci sono gli Antichi, figure filiformi e bianche che crearono i primi varchi e che diedero avvio al processo di fusione tra i due Mondi. Poiché essi non abbandonano la loro essenza di creature dell’Altrodove, si manifestano principalmente nel Verodove attraverso le Anomalie temporali. Essendo comunque, come già accennato, Verodove ed Altrodove mondi in antitesi fra loro, tali varchi temporali non possono che portare, nel luogo ove si formano, alla distruzione di interi pianeti od a destabilizzazioni di estese porzioni di spazio.

Le Eteree, al contrario, fondono la loro natura in quella dei corpi che le ospitano. Così esse divengono una razza empatica, in simbiosi con le leggi che regolano l’Altrodove ed, in qualche modo, perfino capaci di interagire con esso, attraverso i legami della luce con la luce interfasica. Il prezzo che tali creature pagano al Verodove è comunque l’impossibilità di integrarsi a fondo nelle specie in cui si incarnano, poiché l’aspetto empatico diviene un elemento destabilizzatore – provocano cioè, quella sensazione che opprime gli animi, come accennato ne “Il Ritorno ad Altrodove”.

E’ mia intenzione approfondire meglio la natura di questi mondi e delle creature che vi hanno tratto origine e ciò nel terzo libro sui Mondi dell’Altrodove, che ho già iniziato a scrivere e che sarà, in un certo qual modo, slegato dai primi due.

Ritorno ad Altrodove..

Image by me

Quello che segue è l’inizio del primo capitolo del libro, il cui titolo provvisorio è proprio

UNIVERSO D‘ORIGINE” (Ritorno ad Altrodove – parte III)

1 – UNIVERSO D’ORIGINE

I mille colori dell’interfase si sommano, si espandono ed, alla fine, riempiono l’intero Spazio profondo.

“Vedi fin dove gli esseri umani possono arrivare?”

Con la mano, dalle dita sottili e simili a vibrisse, l’essere disegna un cerchio nell’aria ed esso rimane sospeso e visibile per un momento.

“Sono davvero creature notevoli!”

“Mi perdoni, Signore, ma lei ripone in loro troppe speranze!”

“Suvvia, Cahan, non saresti giunto fino a qui, se non fosse stato per loro!”

Cahan lancia uno sguardo indagatore all’essere fragile e filiforme accanto a lui. Questi lo sovrasta di quasi una misura e la sua pelle diafana e bianca manda un lucore fastidioso nella penombra della stanza. Egli è sulle spine, perché non sa se la presenza dell’alieno può in qualche modo essere rilevata dai sensori interni della CITRONELLA ed, allo stesso tempo, teme ciò che l’essere può decidere di fare.

“L’interesse che Lei dimostra per gli umani è dovuto solo per il possesso che essi hanno di un’Eterea…”

“In parte, certo, è così.” replica la creatura, nascondendo – se mai la potesse provare – la sorpresa per l’intuizione del vecchio.

“Ma anche per la loro affinità all’ALTRODOVE, benché essi ne siano inconsapevoli.”

“Ma, Signore, essi sono umani!”

La smorfia che appare sul volto dell’essere filiforme è forse simile ad un sorriso.

“E sono più vicini ad Esso di quanto lo sia stato io in questi ultimi mille anni…”

L’essere si avvicina allo spesso vetro che lo separa dalla luce della forza interfasica.

“Io ho perso la strada che conduce all’ALTRODOVE ormai da tempo, mentre gli umani non hanno mai desistito. E l’Eterea può condurli a quel diverso livello di esistenza che è l’essenza medesima dell’ALTRODOVE. Certo, né loro né l’Eterea stessa conosce il modo ed io prego gli dei che non lo scoprano mai…”

“Signore, gli umani non vogliono la conoscenza dell’ALTRODOVE!”

La creatura socchiude gli occhi e la sua voce diviene poco più di un sussurro.

“E come posso io dargli torto?”

… continua

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«I Mondi dell'Altrodove» Copyright © 2008 di Daniela Gambo

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