Il sole batteva testardo sull’asfalto e Luca si ravvivò con la mano i capelli, come a voler scacciare le parole del fratello. Malgrado ogni più piccolo particolare combaciasse perfettamente con la teoria che Chiara avesse ucciso il figlio, egli non voleva crederci. Il bambino non aveva nemmeno due anni ed aveva da poco imparato a camminare… era impossibile che la madre avesse sofferto di depressione post-parto: era trascorso già troppo tempo! e, del resto, sembrava davvero che un padre non ci fosse. Nessuno era riuscito a strappare alla donna il suo nome, così neanche la teoria di una possibi
le vendetta contro un amante era caduta nel vuoto.
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Quando le nuvole disegnano un drago nel cielo…
Le nuvole si rincorrevano le une con le altre, chiare e bianche contro un cielo straordinariamente finto.
“Guardale bene, Chiara!” le disse con voce antipatica la secondina. “Non credo che avrai ancora la possibilità di rivederle tanto presto!”
La donna non disse nulla. Che c’era da dire? Erano mesi che la
minacciavano con la prospettiva di una cella di isolamento. Per tua sicurezza – le aveva detto l’avvocato. Non era una sorpresa per nessuno l’atteggiamento ostile delle altre carcerate nei suoi confronti. Se solo la memoria le fosse venuta in soccorso e lei avesse potuto guardarsi allo specchio senza vedere le sue mani macchiate di rosso! Ma era stata davvero lei? Come era trascorsa quella mattina di cui non riusciva a ricordare nulla se non la soffocante sensazione di perdersi?
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