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martedì 12 giugno 2012
0venerdì 8 giugno 2012
0Il Corvo
Roma - Città del Vaticano 23
maggio...rdomo
Atti processuali ecclesiastici
Dalla prima lettera di Paolo
Gabriele agli arcivescovi.
Ci fù un tempo, anzi un maltempo, e
precisamente il 23 maggio 2012 che venni arrestato durante una
umida sera mentre attraversavo la stanza privata del Papa e
rinchiuso da 4 x 4 guardie svizzere in una cella di 4 x 4 ed
incomprensibilmente non riuscii a capire perchè 16 uomini mi
assegnarono 16 metri quadrati di superficie dentro la quale
espiare le colpe prioritarie. In lontananza udivo un mormorio
lungo il corridoio e mi accusano di essere un cospiratore, mi
paragonavano ad un corvo… sarà per l’abito nero che indossavo
durante il mio servizio probabilmente. Per comprendere le mie colpe
(se ce ne siano ovviamente) bisognerebbe andare indietro negli
anni, quando 15 cardinali si scagliarono contro il cardinale
Bertone dopo la sua nomina a Segretario di Stato solo perché il
narciso “Tarcisio” gli rifiutò l’amicizia su facebook e preferì
me che navigavo su Twitter. I misteri dentro queste antiche mura, lo
ammetto, sono tanti e nemmeno Salvo Sottile a Quarto Grado della
scala vaticana riuscirebbe a districarli. I contenuti delle tre
lettere, di cui mi accusano di averle fatte uscire dagli
archivi, riguardanti i cardinali Vigano, Tettamanzia e Nicora sono
alquanto pesanti perché dimostrano complotti, personaggi
esterni, ambienti massonici ed abusi della delega papale nei
confronti dei vescovi, tutti conducono ad un disegno preciso:
impadronirsi della gestione di “Affari tuoi”e sostituirsi a “Max
Giusti” per la suddivisione dei “pacchi”, un giro di denaro sotto
la regia del fantomatico “dottore” l’occulto burattinaio che ogni
sera ipnotizza milioni di telespettatori vittime di Equitalia. Si,
lo ammetto, entrai nell’appartamento del papa, ma mi imbattei per
sbaglio in queste lettere, in verità stavo emulando Robert Langdon
il protagonista de “il codice da Vinci” scritto da “Dan Brown”
e cercavo nella biblioteca vaticana la soluzione al cruciverba che
da mesi non riuscivo a completare, quel maledetto 16 orizzontale,
una parola di 6 lettere che mi perseguitava ogni notte come una
colica renale la cui definizione recitava così: ”ogni cinquecento
anni incendiava il suo stesso nido e battendo le ali faceva
crescere il fuoco fino a bruciare nelle fiamme, risorgendo viva e
vitale dalle braci”. Mentre ingurgito la cena, costituita da una
pastina in brodo cucinata con “acqua santa” e due ostie,
amareggiato e triste come Emilio Fede l’ultimo giorno al TG4, nell’attesa di dimostrare la mia innocenza e riprendere il mio
posto di maggiordomo, sono certo che il nostro amato papa riuscirà
a trasformare il male in bene, operando il necessario rinnovamento.
Come dite ?
Qual è la soluzione del
cruciverba? Fenice… mentre io, per i mass media, invece, sono il
CORVO.
Inserito in argomenti di:
le opere del Dirottatore,
mal-chiesa,
Michele Giunta
domenica 11 dicembre 2011
2ICI per la Chiesa? Ci crederò quando lo vedrò^
Inserito in argomenti di:
crisi,
la satira del Mic,
le opere del Dirottatore
Sarkozy a Bruxelles: euro? Tse tse^
A Bruxelles Sarkozy avverte (o minaccia) che
non ci sarà un'altra possibilità per salvare questo povero
disgraziato dell'euro.
Durante il vertice i vari membri
dell'eurozona si impegnano a mettere in atto sul "piatto" il patto
di bilancio, mentre crollano tutte le borse e schizza impavido
quel borioso bamboccione di uno "spread".
Da: ildirottatore del grande Mic
Inserito in argomenti di:
crisi,
la satira del Mic,
le opere del Dirottatore
giovedì 27 ottobre 2011
1IO SCILIPOTI l’uomo che ha cambiato le sorti del governo ( MONOLOGO )
IO SCILIPOTI l’uomo che ha cambiato le sorti del governo ( MONOLOGO )
Premessa
In principio Dio creò l’uomo, poi un venerdi sera durante una pausa, con della creta avanzata dalla mattina, realizzò un qualcosa di particolare. Lo prese tra le mani e, vedendo che gli era venuto male, stava per gettarlo nel cassonetto poi ci ripensò e disse tra sé e sé : "Ma si lasciamolo: a qualcosa o a qualcuno servirà".
La mattina seguente passò da quelle parti Berlusconi, notò quella cosa adagiata sotto l’albero di pero e disse alla Minetti “prendilo, puliscilo accuratamente e portalo ad Arcore: ne faremo un responsabile… Ha la stoffa per diventare un grande politico."
Il resto di questa storia la conoscete già tutti ^
A Silvio mio gran RE’
di cui diventai lacchè
io porto tanti voti
chi sono ? SCILIPOTI
Saremo detestabili
ma siamo “responsabili “
Guidiam questo governo
ed io ho fatto un terno
ad abbandonar Di Pieto
Tonino vade retro
Io e Silvio siamo bassi
simpatici e gradassi
amiam le barzellette
la sera anche le …orgette
sembriamo un po’ arroganti
intanto andiamo avanti
noi siamo il vostro domani
potenti ma anche nani
in sicilia faccio il ginecologo
ma in questo mio monologo
rammento al buon lettore
che sono agopuntore
ma qui nel mio governo
assieme al “ padreterno “r
ci divertiamo un sacco
le leggi ? Sono un pacco
il gruppo che fondato
potente ma arrapato
legifera in modo instabile
il nome ? “ Iniziativa Responsabile “
ho tanti amici e fans
ma uomini e non trans
perché noi della maggioranza
di donne in abbondanza
amiamo circondarci
con loro coricarci
Lui ..si lui in pieno Parlamento
ridendo e mai sgomento
mi prende per la giacca
e dandomi una pacca
mi chiama “vieni Mimmuccio”
ma io ho un solo un cruccio
se perde la poltrona
io torno a Barcellona ?
Premessa
In principio Dio creò l’uomo, poi un venerdi sera durante una pausa, con della creta avanzata dalla mattina, realizzò un qualcosa di particolare. Lo prese tra le mani e, vedendo che gli era venuto male, stava per gettarlo nel cassonetto poi ci ripensò e disse tra sé e sé : "Ma si lasciamolo: a qualcosa o a qualcuno servirà".
La mattina seguente passò da quelle parti Berlusconi, notò quella cosa adagiata sotto l’albero di pero e disse alla Minetti “prendilo, puliscilo accuratamente e portalo ad Arcore: ne faremo un responsabile… Ha la stoffa per diventare un grande politico."
Il resto di questa storia la conoscete già tutti ^
A Silvio mio gran RE’
di cui diventai lacchè
io porto tanti voti
chi sono ? SCILIPOTI
Saremo detestabili
ma siamo “responsabili “
Guidiam questo governo
ed io ho fatto un terno
ad abbandonar Di Pieto
Tonino vade retro
Io e Silvio siamo bassi
simpatici e gradassi
amiam le barzellette
la sera anche le …orgette
sembriamo un po’ arroganti
intanto andiamo avanti
noi siamo il vostro domani
potenti ma anche nani
in sicilia faccio il ginecologo
ma in questo mio monologo
rammento al buon lettore
che sono agopuntore
ma qui nel mio governo
assieme al “ padreterno “r
ci divertiamo un sacco
le leggi ? Sono un pacco
il gruppo che fondato
potente ma arrapato
legifera in modo instabile
il nome ? “ Iniziativa Responsabile “
ho tanti amici e fans
ma uomini e non trans
perché noi della maggioranza
di donne in abbondanza
amiamo circondarci
con loro coricarci
Lui ..si lui in pieno Parlamento
ridendo e mai sgomento
mi prende per la giacca
e dandomi una pacca
mi chiama “vieni Mimmuccio”
ma io ho un solo un cruccio
se perde la poltrona
io torno a Barcellona ?
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la satira del Mic,
le opere del Dirottatore
venerdì 12 agosto 2011
1Agosto non ti conosco... Buone ferie da Daniela e anche dal Mic!
Da Informare per resistere |
D'altronde per parlare di Tremonti c'è sempre tempo^
Tremonti e la crisi. Casini: "Questo è scemo da ricoverare"
Tutta colpa del solleone^^
dal Blog del Mic |
Questa è la mia ode abbastanza giuliva
che apre le porte alla stagione estiva
poche righe di temperatura ardente
e chi non le legge è un gran fetente.
Cocete , cocete , gettate sudore
Io brucio, io ardo , vi mando calore
Soffrite, ansimate, impregnate i fazzoletti
Perdete dei chili forse anche degli etti.
Bruciate , scottate , spellatevi tutti
I piu fortunati ? I fisici asciutti.
Io sono terribile emano energia
colpirvi piu volte e’ la strategia
Abbronzo, arrostisco, procuro insolazioni
copriteli stolti non siate sciattoni!
Vi faccio schiattare, vi rendo mollacci
Irradio i vestiti, riscaldo gli stracci
Vi brucio la testa, vi faccio spellare
Volete evitarmi, gettatevi in mare.!
Incendio gli sterpi, abbrustolisco la pelle
eppur sono nana tra le tante stelle
Appaio d’inverno e d’autunno scompaio
d’estate miei cari per voi sono un guaio.
Io amo i miei raggi e adoro l’agosto
rifletto nel mare e mi vedo scomposto
adesso son stanco vi devo lasciare
da voi io mi eclisso e vado oltre il mare
mi stendo un pochino sulla linea d’orizzonte
mi metto il pigiama laggiù dietro il monte …
Domani vi aspetto e tutti giù in spiaggia
Altrimenti vi spello mannaggia... MANNAGGIA!
Ci sentiamo a Settembre^^
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blog in pausa,
dedicato a chi mi segue...,
la satira del Mic,
le opere del Dirottatore
domenica 17 luglio 2011
4Con Tremonti chi paga è la fascia debole
ovvero: come dar vita ad una manovra di 80 miliardi sulle spalle degli italiani e niente sulle spalle del Governo... e se fosse proprio il governo il più grande spreco che soggiace sullo spremuto suolo italico?^^
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mala-finanziaria
giovedì 23 giugno 2011
3sabato 14 maggio 2011
1mercoledì 4 maggio 2011
3ALLA FIERA DI MESSINA EST
Un video dinamico che nasce tra le correnti di Capo Peloro e scova la musica tra le onde che si infrangono sulla costa siciliana.Un viaggio brevissimo scandito da vignette che hanno per tema la nostra amata città,il dissesto incombente sulle colline,lo stretto attraversato in "lungo" e "largo" e le problematiche ataviche che portiamo sulle spalle,come fossero zainetti porta merende.Insomma per non tediarvi è un video che potete portare con voi anche a letto,e che vi farà divertire meglio di Zelig.Questa purtroppo per voi è la satira che sappiamo fare e che tentiamo di propinarvi.Vostro MIC.
Inserito in argomenti di:
le opere del Dirottatore
giovedì 28 aprile 2011
2Nuovo articolo primo della costituzione italiana secondo coSCIENZA
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
ECCO COME E’ STATO RISCRITTO L’ARTICOLO DAL PARLAMENTARE REMIGIO CERONI DOPO AVER BEVUTO UN COCKTAIL CON RED BULL, COCA COLA, LA CANDEGGINA DI MIA NONNA ED UN PIZZICO DI POLVERE DI VIAGRA ALLA BOUVETTE
Art. 1
L'Italia, o meglio ciò che ne è rimasto dopo il nostro insediamento, è una Repubblica demoCRITICA fondata essenzialmente sul vostro lavoro e sulla centralità circoncisa del Parlamento quale titolare supremo della rappreSENTENZA politica della volontà nostra unica e antipopolare espressa mediante ambigui procedimenti elettorali.
La sovranità appartiene al popolo delle libertà che la esercita nelle forme ( seni e culi ) e nei limiti della Costidistruzione.
Letto,confermato e sottoscritto nel pieno della mia totale incapacità di intendere e di volere.
Firmato onorevole Remigio CERONI
dei parlamentari uno dei più CAZZONI
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
ECCO COME E’ STATO RISCRITTO L’ARTICOLO DAL PARLAMENTARE REMIGIO CERONI DOPO AVER BEVUTO UN COCKTAIL CON RED BULL, COCA COLA, LA CANDEGGINA DI MIA NONNA ED UN PIZZICO DI POLVERE DI VIAGRA ALLA BOUVETTE
Art. 1
L'Italia, o meglio ciò che ne è rimasto dopo il nostro insediamento, è una Repubblica demoCRITICA fondata essenzialmente sul vostro lavoro e sulla centralità circoncisa del Parlamento quale titolare supremo della rappreSENTENZA politica della volontà nostra unica e antipopolare espressa mediante ambigui procedimenti elettorali.
La sovranità appartiene al popolo delle libertà che la esercita nelle forme ( seni e culi ) e nei limiti della Costidistruzione.
Letto,confermato e sottoscritto nel pieno della mia totale incapacità di intendere e di volere.
Firmato onorevole Remigio CERONI
dei parlamentari uno dei più CAZZONI
Inserito in argomenti di:
le opere del Dirottatore
venerdì 24 dicembre 2010
4I Mondi dell'Altrodove vanno in pausa natalizia^^^
Orbene cari amici, il Natale è alle porte, il consumismo preme e tutti si mascherano di sorrisi e gioia, deponendo le armi e andando finalmente in standby... e così facciamo pure noi, qui dai nostri Mondi, augurandovi buone feste e una buona pausa dalle preoccupazioni e lo stress che la vita sociale e lavorativa ci impone. Un abbraccio sincero a voi e alle vostre famiglie^^^
Daniela
e naturalmente dal vostro Mic che non poteva non esimersi dal dedicarvi un'altra sua immortale opera da cui verrà presto tratto un film diretto da Mel Brooks, cui il Dirottatore è in trattative per la cessione dei diritti cinematografici (sembra - ma è solo un pettegolezzo - che Mel voglia per sè la parte di Melchiorre...)
Daniela
e naturalmente dal vostro Mic che non poteva non esimersi dal dedicarvi un'altra sua immortale opera da cui verrà presto tratto un film diretto da Mel Brooks, cui il Dirottatore è in trattative per la cessione dei diritti cinematografici (sembra - ma è solo un pettegolezzo - che Mel voglia per sè la parte di Melchiorre...)
A quel tempo, in luoghi lontani sperduti tra terre che congiungevano l’Occidente con l’Oriente, nelle magie delle notti senza fine, tra i sussurri silenziosi del cielo punteggiato dalle stelle più splendenti che occhio umano abbia mai visto, i tre re magi, indossate lussuose vesti intessute d’oro e turbanti variopinti, partirono in gran fretta quando apparve nella volta celeste un essere che disse loro:
“Orsù miei cari prendete i vostri doni e andate ricordate di seguire la s....”
“La stella cometa?” mormorò il nero Baldassare.
“Ma no, seguite la scia di quell’aereo e vedrete che giungerete nel luogo stabilito”
“Grazie angelo ma dimmi qual’è il tuo nome” disse Melchiorre
“Ma quale angelo, io mi chiamo Colannino è sto espiando i miei peccati terreni! Andate ora, ho convocato un consiglio
d’amministrazione tra cinque minuti: buona fortuna!”
I tre salirono sui dromedari e stavano per incamminarsi quando uno di loro disse:
”Scusate amici ma questo dromedario è di una scomodità assoluta! Che ne dite se partiamo con il mio SUV?”
E così fecero. Abbandonati i dromedari in una piccola oasi, partirono a tutto gas e seguirono le precise indicazioni del loro navigatore satellitare che li condusse erroneamente sulla Salerno RC dove si smarrirono, e fu allora che Melchiorre disse:
”Avrei preferito attraversare tutto il deserto a piedi, sicuramente sarebbe stato più facile e meno impervio”. E gli altri due all’unisono risposero.“Parole sante”.
E ripresero il loro cammino per altra strada senza fiatare e con il sorriso dipinto sui loro volti. Finalmente dopo giorni estenuanti di viaggio i tre videro in lontananza una grotta e guardandosi negli occhi sorrisero. Fu allora che Gasparre disse le profetiche parole:
”Mi raccomando ricordate cosa ci ha detto Lui: ottimismo sempre ovunque e dovunque! Ora avviciniamoci, però prima lasciamo la macchina quassù, non vorrei che pensino siamo una classe privilegiata. Andiamo e ricordate le istruzioni”.
Ed i tre lentamente discero dal sentiero avvicinandosi alla grotta accanto alla quale stavano dei pastori, dei mugnai, gente tranquilla e placida che parlava sottovoce. Dentro la cavità rocciosa un vecchio asino ed un bue riscaldavano l’ambiente ed una donna con un uomo coccolavano un neonato. I tre magi, con profondo rispetto e grande letizia, si avvicinarono e nell’ordine diedero i loro doni.
”Salve Giuseppe e buonasera signora Maria! Complimenti ed auguri per questo magnifico bambino! Tenete i nostri doni: io sono Melchiorre e porto una scatola contenente 10.000 social card, fate voi il conto di quanti soldi sono”.
E l’uomo e la donna si guardarono stupefatti.
“Io sono Gasparre e porto per voi una maglietta di Kaka con la sua firma ed un abbonamento gratuito per cinque anni a Mediaset Premium”.
E l’uomo e la donna si guardarono stupefatti.
”Io sono Baldassarre e porto per voi un invito per il cenone di fine anno ad Arcore durante il quale verranno distribuiti Rolex e Ferrari a tutti i commensali”.
E l’uomo e la donna per la terza ed ultima volta si guardarono stupefatti. Il muggito del bue fu interrotto da una voce.
“Certo che questo Betlemme è un paese molto carino, piccolo ma ben messo. Avete scelto un posto ideale per fare nascere il piccolo Gesù signor Giuseppe” disse Melchiorre.
“Betlemme? Giuseppe? Sentite, voi tre, ritengo abbiate sbagliato posto, tempo e siate fuori strada! Qui siamo in periferia di Torino, io mi chiamo Antonio, mia moglie Simona e mio figlio Andrea e se mi trovo qui è perché sono un precario in cassa integrazione da tre giorni e sfrattato da cinque e l’unico posto che ho trovato provvisoriamente è questa grotta”.
E Gasparre rispose allibito: “E questa gente attorno alla grotta che fa, se è lecito sapere?”.
E il cassa integrato disse: “Sono tutti operai disoccupati che aspettano il loro turno per dormire qua dentro, il primo turno è mio e ora smammate re di coppe, re di denari e re di spade dei miei stivali!”
E mentre i tre magi andavano via nella notte e nel buio si spogliavano dagli indumenti lasciandoli abbandonati tra i dirupi ed uno di loro si puliva del cerone nero che imbrattava il suo viso, un trillo di cellulare irruppe a spezzare il silenzio irreale che aleggiava tutto intorno.
”Si capo, sono io Tremonti, si la Gelmini é dietro di me, era vestita da Baldassare mentre Brunetta è appena scomparso dentro una buca: con questo maledetto buio... purtroppo capo qualcosa non ha funzionato, le mappe militari di La Russa probabilmente riportavano coordinate errate, pazienza andrà meglio il prossimo Natale. Noi lasciamo il territorio di Betl......pardon di Torino e ci vediamo tra due giorni al solito posto, mi saluti la escort di turno....'notte”.
E così anche il Natale di quel lontano 2010 nacque tra la gioia ed i migliori auspici e sfociò irrimediabilmente verso un consumismo dei più sfrenati.
Buon natale a tutti, tranne ai nostri governanti!
Inserito in argomenti di:
comunque e sempre io,
dedicato a chi mi segue...,
le opere del Dirottatore,
Michele Giunta
domenica 19 dicembre 2010
1Auguri natalizi dal vostro Mic!
Inserito in argomenti di:
dedicato a chi mi segue...,
le opere del Dirottatore,
Michele Giunta
lunedì 13 settembre 2010
3Gelmini inaugura se stessa...
Più di 4000 precari della scuola pubblica e provenienti da tutta la Sicilia oggi hanno manifestato a Messina contro i tagli previsti dal ddl firmato Maria Stella Gelmini. Il corteo “Invadiamo lo Stretto: un ponte per la scuola” si è radunato in piazza Cairoli per poi dirigersi verso il porto della città. Nonostante la presenza di forze dell’ordine, i manifestanti sono riusciti a bloccare il traghettamento di alcuni treni delle Ferrovie dello Stato.Dall’altro lato dello stretto, a Villa San Giovanni, analoga manifestazione che ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti da tutta la Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. Non si sono registrati scontri ma tanta tensione.I manifestanti chiedono la stabilizzazione della loro posizione lavorativa con i fondi erogati per la realizzazione del ponte sullo stretto.Il governo invece sta valutando l’opportunità di utilizzare queste 4000 unità installandoli proprio sulla campata del Ponte come dissuasori umani 24 ore su 24 ore, con contratto “stabile“. Ed in questo clima denso di positività e che fa sperare per un futuro migliore, lunedì 13 settembre la MINISTRESSA Gelmina (vagante) con il suo sorriso appiccicoso ed i suoi colorati occhiali didattici, inaugura l’anno scolastico.
Inserito in argomenti di:
la satira del Mic,
le opere del Dirottatore,
mal-scuola,
Michele Giunta
sabato 4 settembre 2010
10CHI OZIA FA BENE ALLA SALUTE. DIGLI DI CONTINUARE!
SAGGIO ITINERANTE SULL’OZIO
“NON FAR NIENTE E’ IL LAVORO PIU’ DURO DI TUTTI “ (Oscar Wilde)
Brevi e doverosi cenni sull’origine dell’OZIO.
Da quando l’essere umano abbia iniziato ad oziare non è facile saperlo: nella preistoria certamente, grazie ai graffiti ritrovati, sembra che sia stato notevolmente impegnato da molteplici attività quali la caccia, la realizzazione di oggetti rudimentali, la costruzione di palafitte, la ricerca della legna e l’accensione del fuoco. L’uso della clava e l’inseguimento della donna prescelta per l’accoppiamento biologico, inoltre, lo faceva correre come un forsennato nel Quaternario… per farla breve non si oziava molto.
Nella mitologia, così come la leggenda narra, gli dei dell’Olimpo amavano oziare e dall’alto della loro privilegiata posizione universale tre o tremila metri sopra il cielo o su di lì (tanto per citare un autore quale Federico Moccia) stavano beatamente distesi nei loro giacigli divini in mezzo alle nubi e trascorrevano il loro infinito tempo a bere, a gustare cibi prelibati e tra loro bisbigliavano, sorridevano e amavano correre lungo i corridoi del cielo, il tutto all’insegna dell’ozio che poi, come tutti noi mortali sappiamo, è il padre dei vizi.
Una domanda mi sovviene, a me semplice curioso di fenomeni sociali: ma se l’ozio è il padre dei vizi, costui così piccolo e breve, con nessuna voglia di fare, mancante di stimoli attivi, abituato a fare niente di niente, con chi si è accoppiato? E i vizi suoi figli sono legittimi o illegittimi? Ancora oggi gli studiosi non sono riusciti a dare risposte a tali dilemmi, anche se un’analisi storica che ho condotto personalmente dopo aver visionato alcuni annali mitologici, mi permette di avanzare una ipotesi che anche Piero Angela (da me contattato) condivide appieno: un giorno durante lo svolgimento dell’assedio di Troia, mentre achei e troiani combattevano come scalmanati, sembra che la dea Afrodite, mentre tutti gli dei erano impegnati a sostenere i vari contendenti ed erano scesi sulla collina di Hissarlik, si trovava dentro il bar dell’Olimpo e sola, soletta tra un drink e una sigaretta, si mise ad oziare e così, mentre improvvisava una erotica danza del ventre come mai se ne erano viste nell’alto dell’Olimpo, i suoi colpi d’anca sempre più vorticosi e voluttuosi turbarono profondamente il povero ozio che stava seduto tranquillo a bere un’aranciata e cadde dalla sedia sudando come un matto.
Poi la dea, con un sortilegio, considerando che pur essendo virtualmente presente l’ozio non possedeva una sua consistenza molecolare, recitò la famosa formuletta magica: ”Salaga doola, mencica boola bibbidi bobbidi boo mettile insieme e che accade quassù bibbidi bobbidi boo“ ed in men che non si dica, si materializzò uno strano tipo piuttosto bassino dal viso bizzarro e bruttino, di corporatura magra e asettica, con orecchie elefantine e naso adunco, che compensava però tali deficienze con altri doti nascoste che per motivi di censura non possiamo certo citare. La dea lo vide e si rese conto che la materia prima era di qualità scadente, ma considerando che quanto prima tutte le divinità sarebbero rientrate a casa, decise suo malgrado di usarlo per i suoi scopi mitologici e gli offrì cibi e bevande altamente afrodisiache ed alla fine il nostro amico le “zompò“ addosso. Mentre giaceva con lei facendo come un forsennato, disse alla dea: ”Bella mia, stanotte ti farò vedere le stelle...” e lei rispose “Ancora? Sono 3.500 anni che non vedo altro! Piuttosto piccoletto sbrigati che alle 22,00 ho un appuntamento ad un tavolo di ramino“. E dopo questa magica notte, nacquero i famosi vizi che tutti noi amiamo alla follia.
Queste notizie che vi ho fornito e che rappresentano un vero scoop, difficilmente le troverete nei testi ufficiali, mentre un libro che vi consiglierei seriamente è “L’ozio come stile di vita” di Tom Hodgkinson, direttore della rivista britannica “The Idler” che significa letteralmente l’ozio.
ANALISI SOCIOLOGICA COMPARATIVA SULL’OZIO
Questo ventunesimo secolo dominato dalla globalizzazione sempre più incalzante, dal lavoro dinamico, dai ritmi industriali stressanti, dalla velocità (a proposito: ricorre il centenario della nascita del futurismo) lascia poca libertà all’ozio. C’è poco tempo da dedicargli e quindi dobbiamo necessariamente ritagliare dei piccoli e angusti spazi per essere onorati della sua presenza. Eppure non costa niente, è gratis, ce l’abbiamo a portata di mano, ma non riusciamo a goderne appieno. I continui impegni quotidiani ci impediscono e limitano l’uso dell’ozio: c’è la spesa da fare al Supermercato, la macchina da portare all’autolavaggio, la figlia a danza, la ricetta da ritirare dal medico, la bolletta da pagare alle Poste, la lite con il vicino di casa, l’amante da coccolare, verificare gli aggiornamenti su face book… e tanto e tanto altro che ci stressa all’inverosimile, conducendoci a fine giornata a cadere esanimi sui nostri comodi divani. Ed è proprio in questo magico momento, tra le 20,00 e le 20,15, in cui il corpo e la mente si abbandonano come relitti nell’oceano, che possiamo inquadrare come l’ozio prenda il sopravvento e avvolga il nostro essere, impadronendosi di ogni pezzetto di noi stessi. E mentre le scarpe volano via, lasciando in libera uscita i due affaticati e puzzolenti piedi e un corpo in decomposizione assume la posizione A12 sul divano in dotazione, tutto svanisce come per incanto! I pensieri vagano alla rinfusa, gli occhi si chiudono come saracinesche, il cuore rallenta i suoi battiti e il corpo, come un camaleonte, diventa un tutt’uno con il copridivano, entrando in magica simbiosi con l’amato elemento d’arredo. Il silenzio diventa padrone assoluto della situazione e tutti gli elementi di disturbo sono messi in condizione di non nuocere. La televisione è spenta, il cellulare staccato, internet sconnesso (come me d’altronde), solo il pace maker di nonno Oreste è l’unica cosa funzionante dentro la casa e niente o nulla può ormai disturbare questo importante cerimoniale. Chi sono, in questo preciso momento, non lo so e a dire il vero non lo voglio neanche sapere! La mente travalica i confini e vaga solitaria tra lo spazio infinito, sembra un satellite sperduto tra la galassia, il vuoto e l’infinito sono le uniche realtà presenti e un senso di pace s’impossessa di ogni angolo inerte del salone in cui l’ozio copre ogni cosa, persino gli acari della polvere sono inanimati e oziano sopra il mio naso. Che sensazione mi procura questo sano senso di ozio! Ne avevo bisogno da tempo, me lo godo e lo sniffo, sono impregnato di inattività assoluta e mi annullo tra le sue braccia, anzi, mi faccio cullare come un bimbo! Saranno forse poco meno di venti minuti che sto impalato e immobile come Tutankhamon nel sarcofago, ma mi sembrano un’eternità. E quando lo share di gradimento raggiunge quasi il 90,89% e potrei anche annullarmi in questa tempesta benefica di ozio e traslare in un’altra dimensione senza nessun problema etico o religioso, anche se non ho ancora firmato il mio testamento biologico, che qualcosa di inaspettato rompe la magica atmosfera che avevo conquistato. Un elemento di disturbo che varca la frontiera del nulla costituito da un’urlo sovrumano mi ridesta dalla posizione ottimale che avevo assunto ed in evidente stato di shock ritorno, come avessi fatto un viaggio attraverso il tempo, alla triste e dura realtà.
“Filippooooooo vieni subito qui, la cena è pronta e poi c’è mia madre da riportare a casa, il cane deve fare i suoi bisogni in giardino, il bambino ha fatto la cacca, la lavastoviglie è da riparare e poi c’è la spazzatura da gettare… e poi… e poi…”
Ricordate, amici ed amiche: l’ozio è una lenta e sudata conquista sociale, che nessuno e niente hanno diritto di usurpare e va difeso con tutti i mezzi a vostra disposizione anche con le armi se necessario ed andrebbe inserito nell’articolo 1 della costituzione Italiana, perché esso è un diritto inalienabile, al pari del lavoro.
E, dunque, godetevelo in fondo, fino a quando potete!
“NON FAR NIENTE E’ IL LAVORO PIU’ DURO DI TUTTI “ (Oscar Wilde)
Brevi e doverosi cenni sull’origine dell’OZIO.
Da quando l’essere umano abbia iniziato ad oziare non è facile saperlo: nella preistoria certamente, grazie ai graffiti ritrovati, sembra che sia stato notevolmente impegnato da molteplici attività quali la caccia, la realizzazione di oggetti rudimentali, la costruzione di palafitte, la ricerca della legna e l’accensione del fuoco. L’uso della clava e l’inseguimento della donna prescelta per l’accoppiamento biologico, inoltre, lo faceva correre come un forsennato nel Quaternario… per farla breve non si oziava molto.
Nella mitologia, così come la leggenda narra, gli dei dell’Olimpo amavano oziare e dall’alto della loro privilegiata posizione universale tre o tremila metri sopra il cielo o su di lì (tanto per citare un autore quale Federico Moccia) stavano beatamente distesi nei loro giacigli divini in mezzo alle nubi e trascorrevano il loro infinito tempo a bere, a gustare cibi prelibati e tra loro bisbigliavano, sorridevano e amavano correre lungo i corridoi del cielo, il tutto all’insegna dell’ozio che poi, come tutti noi mortali sappiamo, è il padre dei vizi.
Una domanda mi sovviene, a me semplice curioso di fenomeni sociali: ma se l’ozio è il padre dei vizi, costui così piccolo e breve, con nessuna voglia di fare, mancante di stimoli attivi, abituato a fare niente di niente, con chi si è accoppiato? E i vizi suoi figli sono legittimi o illegittimi? Ancora oggi gli studiosi non sono riusciti a dare risposte a tali dilemmi, anche se un’analisi storica che ho condotto personalmente dopo aver visionato alcuni annali mitologici, mi permette di avanzare una ipotesi che anche Piero Angela (da me contattato) condivide appieno: un giorno durante lo svolgimento dell’assedio di Troia, mentre achei e troiani combattevano come scalmanati, sembra che la dea Afrodite, mentre tutti gli dei erano impegnati a sostenere i vari contendenti ed erano scesi sulla collina di Hissarlik, si trovava dentro il bar dell’Olimpo e sola, soletta tra un drink e una sigaretta, si mise ad oziare e così, mentre improvvisava una erotica danza del ventre come mai se ne erano viste nell’alto dell’Olimpo, i suoi colpi d’anca sempre più vorticosi e voluttuosi turbarono profondamente il povero ozio che stava seduto tranquillo a bere un’aranciata e cadde dalla sedia sudando come un matto.
Poi la dea, con un sortilegio, considerando che pur essendo virtualmente presente l’ozio non possedeva una sua consistenza molecolare, recitò la famosa formuletta magica: ”Salaga doola, mencica boola bibbidi bobbidi boo mettile insieme e che accade quassù bibbidi bobbidi boo“ ed in men che non si dica, si materializzò uno strano tipo piuttosto bassino dal viso bizzarro e bruttino, di corporatura magra e asettica, con orecchie elefantine e naso adunco, che compensava però tali deficienze con altri doti nascoste che per motivi di censura non possiamo certo citare. La dea lo vide e si rese conto che la materia prima era di qualità scadente, ma considerando che quanto prima tutte le divinità sarebbero rientrate a casa, decise suo malgrado di usarlo per i suoi scopi mitologici e gli offrì cibi e bevande altamente afrodisiache ed alla fine il nostro amico le “zompò“ addosso. Mentre giaceva con lei facendo come un forsennato, disse alla dea: ”Bella mia, stanotte ti farò vedere le stelle...” e lei rispose “Ancora? Sono 3.500 anni che non vedo altro! Piuttosto piccoletto sbrigati che alle 22,00 ho un appuntamento ad un tavolo di ramino“. E dopo questa magica notte, nacquero i famosi vizi che tutti noi amiamo alla follia.
Queste notizie che vi ho fornito e che rappresentano un vero scoop, difficilmente le troverete nei testi ufficiali, mentre un libro che vi consiglierei seriamente è “L’ozio come stile di vita” di Tom Hodgkinson, direttore della rivista britannica “The Idler” che significa letteralmente l’ozio.
Tom Hodgkinson mentre lavora |
Questo ventunesimo secolo dominato dalla globalizzazione sempre più incalzante, dal lavoro dinamico, dai ritmi industriali stressanti, dalla velocità (a proposito: ricorre il centenario della nascita del futurismo) lascia poca libertà all’ozio. C’è poco tempo da dedicargli e quindi dobbiamo necessariamente ritagliare dei piccoli e angusti spazi per essere onorati della sua presenza. Eppure non costa niente, è gratis, ce l’abbiamo a portata di mano, ma non riusciamo a goderne appieno. I continui impegni quotidiani ci impediscono e limitano l’uso dell’ozio: c’è la spesa da fare al Supermercato, la macchina da portare all’autolavaggio, la figlia a danza, la ricetta da ritirare dal medico, la bolletta da pagare alle Poste, la lite con il vicino di casa, l’amante da coccolare, verificare gli aggiornamenti su face book… e tanto e tanto altro che ci stressa all’inverosimile, conducendoci a fine giornata a cadere esanimi sui nostri comodi divani. Ed è proprio in questo magico momento, tra le 20,00 e le 20,15, in cui il corpo e la mente si abbandonano come relitti nell’oceano, che possiamo inquadrare come l’ozio prenda il sopravvento e avvolga il nostro essere, impadronendosi di ogni pezzetto di noi stessi. E mentre le scarpe volano via, lasciando in libera uscita i due affaticati e puzzolenti piedi e un corpo in decomposizione assume la posizione A12 sul divano in dotazione, tutto svanisce come per incanto! I pensieri vagano alla rinfusa, gli occhi si chiudono come saracinesche, il cuore rallenta i suoi battiti e il corpo, come un camaleonte, diventa un tutt’uno con il copridivano, entrando in magica simbiosi con l’amato elemento d’arredo. Il silenzio diventa padrone assoluto della situazione e tutti gli elementi di disturbo sono messi in condizione di non nuocere. La televisione è spenta, il cellulare staccato, internet sconnesso (come me d’altronde), solo il pace maker di nonno Oreste è l’unica cosa funzionante dentro la casa e niente o nulla può ormai disturbare questo importante cerimoniale. Chi sono, in questo preciso momento, non lo so e a dire il vero non lo voglio neanche sapere! La mente travalica i confini e vaga solitaria tra lo spazio infinito, sembra un satellite sperduto tra la galassia, il vuoto e l’infinito sono le uniche realtà presenti e un senso di pace s’impossessa di ogni angolo inerte del salone in cui l’ozio copre ogni cosa, persino gli acari della polvere sono inanimati e oziano sopra il mio naso. Che sensazione mi procura questo sano senso di ozio! Ne avevo bisogno da tempo, me lo godo e lo sniffo, sono impregnato di inattività assoluta e mi annullo tra le sue braccia, anzi, mi faccio cullare come un bimbo! Saranno forse poco meno di venti minuti che sto impalato e immobile come Tutankhamon nel sarcofago, ma mi sembrano un’eternità. E quando lo share di gradimento raggiunge quasi il 90,89% e potrei anche annullarmi in questa tempesta benefica di ozio e traslare in un’altra dimensione senza nessun problema etico o religioso, anche se non ho ancora firmato il mio testamento biologico, che qualcosa di inaspettato rompe la magica atmosfera che avevo conquistato. Un elemento di disturbo che varca la frontiera del nulla costituito da un’urlo sovrumano mi ridesta dalla posizione ottimale che avevo assunto ed in evidente stato di shock ritorno, come avessi fatto un viaggio attraverso il tempo, alla triste e dura realtà.
“Filippooooooo vieni subito qui, la cena è pronta e poi c’è mia madre da riportare a casa, il cane deve fare i suoi bisogni in giardino, il bambino ha fatto la cacca, la lavastoviglie è da riparare e poi c’è la spazzatura da gettare… e poi… e poi…”
Ricordate, amici ed amiche: l’ozio è una lenta e sudata conquista sociale, che nessuno e niente hanno diritto di usurpare e va difeso con tutti i mezzi a vostra disposizione anche con le armi se necessario ed andrebbe inserito nell’articolo 1 della costituzione Italiana, perché esso è un diritto inalienabile, al pari del lavoro.
E, dunque, godetevelo in fondo, fino a quando potete!
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evoluzione della specie,
le opere del Dirottatore
giovedì 19 agosto 2010
2Il sermone al funerale di Cossiga...
Alla lettura del sermone, la gente assiepata nella navata è rimasta pietrificata. Molti o pochi si sono guardati negli occhi, ma nessuno ha osato proferir parola. I segreti sono rimasti in silenzio mentre il rintocco della campana annunciava il termine dell'orazione funebre.
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la satira del Mic,
le opere del Dirottatore,
Michele Giunta
domenica 25 luglio 2010
2lunedì 28 giugno 2010
3Le opere de “Il Dirottatore” - II°
NAPOLITANO parla di Brancher
di Michele Giunta
Sempre caro mi fu questo Quirinale sul colle,
E non questo Brancher, che da tanta parte
De legittimo impedimento la legge esclude.
Ma sedendo e mirando il ministero del Decentramento
di là da quella, e sovrumane
inchieste, e profondissimo inganno
Io nel pensier mi incazzo, ove per poco
Il PDL non si spaura. E come il vento
Odo stormir La Lega e La Russa
Infinito schiamazzo a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'affanno,
E le morte prescrizioni, e la presente costituzione
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità di imbrogli s'annega il pensier mio:
E' l’altolà che impongo m'è dolce in questo Losco Affare...
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le opere del Dirottatore,
Michele Giunta
giovedì 24 giugno 2010
3Le opere de "Il Dirottatore" - I°
(PIANO REGOLATORE) GENERALE
Rivisitazione della canzone “Generale” di F. De Gregori (1978)
Vuole essere per tutti noi cittadini, per i tecnici, per i politici, per gli addetti ai lavori, per gli amministratori, per chi ha potere di decidere sulle cose che interessano il destino della nostra città, un modo per ricordare i tragici eventi che hanno interessato Messina e i comuni di Scaletta Zanclea e Itala.
Fermiamoci ogni tanto a pensare che ogni vicenda che interessa gli uomini ed i luoghi in cui viviamo, non può lasciarci indifferenti e non lasciare dei frammenti dolorosi dentro ognuno di noi.
Sarebbe triste e meschino fare finta di niente.
Chiediamo e pretendiamo serietà e attenzione nelle scelte programmatiche del nuovo P.R.G. e ricordiamo a coloro che tracceranno le linee sulla cartografia di base, di tenere accanto alle norme di attuazione ed il regolamento edilizio i giornali e tutti gli articoli che riguardano quel tragico 1 ottobre del 2009 dove 39 morti innocenti ed un territorio ancora sconvolto e devastato chiedono giustizia e anche… un perché a tutto questo.
La professionalità e la competenza vanno accompagnate da un profondo senso etico, questo indissolubile collante è l’unico che potrà garantirci un prodotto di qualità e la nascita di un nuovo strumento urbanistico che soddisfi le esigenze della collettività.
Le chiacchiere da salotto, i soliti intrighi ministeriali ed i sotterfugi della politica, stavolta, lasciamoci dentro il ripostiglio ad ammuffire.
Varrebbe la pena di provarci, che dite?
di Michele Giunta
(Piano regolatore) Generale dietro alla collina,
ci sta la frana grossa ed assassina
e in mezzo al prato c'è una palazzina,
crolla al tramonto, sembra una cascina
di cinquanta inquilini e di cinque piani,
venuti al mondo come le tue norme
spariti sul pendio come neve al sole
e mai più ritornati.
(Piano regolatore) Generale dietro la tua redazione,
lo vedi il traghetto che portava al molo
non fa più fermate neanche per attraccare
si va dritti sul ponte senza più pensare
che la campata e' bella e se cade fa male
che torneremo ancora a nuotare
e a farci male se si muore,
se si muore vicino alle infrastrutture.
(Piano regolatore) Generale il territorio è finito
il dissesto è presente, è vivo, va battuto
dietro la collina non c'è più nessuno
solo macerie, superstiti in silenzio e vecchi
buoni da consolare buoni da dimenticare
da chiamare solo quando bisogna votare
quando i bambini piangono
e nelle case non ci vogliono rientrare.
(Piano regolatore) Generale queste cinque tavole
questi cinque elaborati nella borsa di pelle
che senso hanno per questi luoghi
di questa città che è mezzo vuota
e mezza piena e va veloce
verso la sua fine, tra due minuti
è quasi il disastro, è scesa la frana,
è sceso il terrore.
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Michele Giunta
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