“Ci sono mille motivi per cui un uomo può arrivare ad uccidere. Il denaro, per punto primo…”
Marco sollevò le spalle con un gesto incurante, ma comunque Luca se ne risentì. Chiaramente lui non era d’accordo.
“Forse la gelosia, poi, per punto secondo…”
“Assolutamente no! Gli uomini, prima di tutto, uccidono per amore.”
“E non è questo l’antico dilemma?”
Ciò che più infastidiva Luca, del resto, era arrivare alla conclusione di un qualsivoglia discorso per secondo ed avere l’assoluta certezza che mai sarebbe riuscito a cogliere il fratello in fallo. All’amore, lui non aveva proprio mai pensato. Davvero si può uccidere per amore? L’amore è vita, è creazione, nessuno mai – tantomeno una madre – può uccidere per amore. Perché allora Marco credeva che ciò che aveva spinto Chiara a porre fine alla vita del figlio fosse stato l’amore? Chiara, Chiara ed ancora Chiara. Cosa sapeva lui di Chiara se non che possedeva il viso di un angelo, i soffici capelli biondi color del grano e due occhi grandi, infiniti, nei quali qualsiasi uomo avrebbe potuto perdersi?
“Ogni amore porta in sé il duplice e silenzioso dualismo di vita e morte. E l’essenza più alta e sublime dell’amore è quello di una madre per il proprio figlio. Questo ha portato Chiara ad uccidere il proprio stesso figlio: l’amore infinito che ella provava per lui.” La voce di Marco, mentre parlava, era ovattata e gentile, ma a Luca pareva quasi cruda. Nessun angelo può uccidere un altro angelo.
“Accetterai il caso?” chiese al fratello.
“Puoi scommetterci le chiappe!” ribatté Marco ridendo. I suoi occhi lo irridevano: “e vincerò, anche!”
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