Sono le 4,56 minuti e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia (le 22, 56 minuti e 15 secondi - east time - del 20 luglio negli Stati Uniti): esattamente 40 anni sono passati dal momento in cui un uomo, Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, posa il piede sinistro sulla superficie inviolata della luna. Dal modulo Lem “Aquila”, subito dopo scende anche Edwin Aldrin.
“Ora scendo. Sarà un piccolo passo per l'uomo ma un gigantesco passo per l'umanità” è la frase storica che tutti conoscono e che segna per sempre, nella nostra storia, il momento in cui un uomo, per la prima volta, sbarca su un corpo extraterrestre.
Che sia andata così, o che sia un falso come tanto credono, che la luna sia fatta di formaggio o che sia la base segreta di civiltà aliene che ci osservano,
la luna è il pianeta che più ci è vicino, in grado di far muovere il mare, alzando ed abbassando la marea, in grado di influenzare perfino la nostra mente e la nostra fantasia… la luna è la personale ed insita ossessione dell’uomo ed è il satellite che illumina la notte sul nostro pianeta…
La luna era
quando noi non eravamo
e la luna sarà,
quando noi saremo polvere.
La luna è sempre stata la parte oscura dell'uomo: così come il sole è la vita, la luna illumina la notte e fa si che noi non perdiamo la strada... i passi che Amstrong ha fatto sulla sua superficie, probabilmente sono ancora lì. Per quanto lo spazio ci sia ostile e per quanto le distanze fra i pianeti siano insormontabili, probabilmente la luna sarà la nostra ultima frontiera per un casino di tempo... Le immagini che hai messo nell'articolo sono veramente belle"
Complimenti! Ciao ed un abbraccio forte.
L'uomo sulla luna toglie poesia, secondo me: preferisco pensarla come qualcosa di inviolato ed inviolabile.
Bello il tuo blog!
Sembra incredibile che, quaranta anni fa, siamo stati in grado di arrivare fino a lì.