tratto da “Il terzo ramo della Galassia (Ritorno ad Altrodove – parte II)
- «Terza immagine»
Sono state fatte molte prove con il microfono, prima dell’inizio della conferenza ed il relatore ha richiesto più volte di poter controllare l’audio. Ma non hanno voluto accontentarlo.
È già da un’ora che espone le sue teorie, ma non è per nulla soddisfatto del lavoro dei tecnici del suono. La sua voce esce dagli altoparlanti decisamente disarmonica.
“È assodato ormai – ed è uno dei fondamenti che compongono la moderna conoscenza di tutti i popoli – che le leggi che regolano l'evolversi degli Universi sono simmetriche rispetto al tempo. È stata, di conseguenza, teorizzata l'esistenza di oggetti antitetici ai buchi neri – i quali, in termini semplici, sono quegli oggetti celesti in grado di catturare la materia attraverso un campo gravitazionale talmente irresistibile da non permettere neppure alla luce di fuggire – che potrebbero esistere in quella parte di tessuto spaziale che viene percorso dalla luce interfasica al momento della creazione della deformità temporale. Tali oggetti emettono materia, ma non interagiscono con gli altri corpi celesti, in quanto nulla può entrare e nulla vi viene attirato.”
…omissis…
“Tuttavia, quello che mi preme far notare sono le implicazioni di un possibile corridoio, a senso unico certamente, ma che rendesse possibile un contatto fra piani diversi o differenti universi. Se fosse fattibilmente possibile percorrere tale corridoio generato da un buco nero collegato ad un suo antitetico, i viaggi interstellari assumerebbero la caratteristica di abbattere puramente e semplicemente le barriere del tessuto spaziale, completamente slegato e liberato dalla variabile temporale!”
“Se tali teorie – che, ad onor del vero, possiedono basi certe, in quanto derivano dalle leggi fisiche-temporali che regolano i corridoi interfasici - venissero effettivamente comprovate, l'interfase stessa apparirebbe come il mezzo ideale per eliminare ogni ombra medianica od empatica, che dir si voglia, dalla creazione del vortice di luce che permette i viaggi interstellari delle nostre navi.”
…omissis…
Il relatore si ferma un momento massaggiandosi il collo.
Le luci della sala gli impediscono di vedere le facce di quelli seduti ad ascoltarlo, ma sente chiaramente i loro occhietti concentrati su di lui. Prende la bottiglietta piena di acqua e menta che si è portato dietro e che sta appoggiata vicino al leggio e se ne versa quasi un terzo in un bicchiere di carta. Beve a piccoli sorsi, sebbene ormai la bevanda non sia più fresca.
Qualcuno tossisce rumorosamente nella sala e ciò lo indispettisce. Posa volutamente e lentamente il bicchiere e si toglie gli occhiali, accingendosi a pulirne le lenti.
Fissa le sagome indistinte degli ascoltatori quasi con stizza.
“Sarete tutti concordi nel riconoscere che gli Universi sono molteplici e che, quale che sia il semplice processo di morte stellare che termina con la formazione dei buchi neri, questi stessi sono imprescindibili elementi di creazione. Tramite la fusione nucleare, verso la fine del ciclo vitale di una stella, questa andrà incontro inevitabilmente al suo spegnimento, trasformando – con sempre minor vigore - tutto l'idrogeno contenuto nel proprio nucleo, in elio. In tale modo la forza gravitazionale della stella, che prima era in equilibrio grazie alla forza generata dalle reazioni di fusione, inizia lentamente a prevalere ed a comprimere la massa della stella verso il suo centro. Tutto il corpo celeste viene così coinvolto in un processo di contrazione ed espansione, durante il quale gran parte della massa viene lanciata nello spazio, a volte a raggiera ed a volte – e più spesso - in una colonna di polveri che attraversa l'astro in direzioni opposte e lineari.”
Piccole gocce di sudore gli imperlano la fronte ed il relatore si tasta le tasche, alle ricerca disperata di un fazzoletto.
“Esimi colleghi, assisteremmo allora ad un evento straordinario: alla rinascita, a tutti gli effetti, di una stella morente! La vedremmo raggiungere velocemente valori e densità di massa tali da creare un campo gravitazionale talmente intenso da non permettere a nulla di sfuggire alla sua attrazione. È questa che viene considerata l’origine stellare di quella curvatura infinita capace di piegare lo spazio-tempo e di assorbire ogni gamma di luce. La rotazione impressa al nucleo dall'immane forza di gravità – e qui devo rendere al pubblico che molti illustri scienziati non condividano tale osservazione – diviene irresistibile, in un crescendo infinito. Capace di attirare intere nebulose e pezzi di universo, in un processo che dura milioni di anni e che porta alla creazione così delle Galassie a spirale.”
…omissis…
“Quello che mi preme far notare è la capacità insita nei buchi neri di deformare il tessuto dello spazio e di imprimere una rotazione alla materia – di qualsiasi natura essa sia – tanto da creare un varco nello spazio-tempo. Tale varco è la caratteristica che accomuna il campo gravitazionale di questi orizzonti degli eventi al vortice interfasico che si viene a creare con l'interazione di materia ed anti-materia. In entrambi i casi la variabile che più viene modificata da questi distinti, seppur in qualche misura simili, fenomeni, è di certo il tempo.”
“Idealmente non si può obiettare che la materia, risucchiata irresistibilmente dall'orizzonte degli eventi, lo oltrepasserà in una direzione soltanto e così pure una nave interstellare dotata di generatori di anti-materia (e cos'altro sono i motori interfasici?) attraverserà il corridoio interfasico in un verso e non nell'altro.”
“E qui la similitudine cessa, poiché nella caduta all'interno del buco nero la materia perde ogni sua caratteristica, ad eccezione della massa, mentre ciò non accade nel corridoio interfasico. Essa si preserva inalterata – in qualche modo protetta da una sorta di parete che la separa dallo spazio normale, ma che pure non è iper-spazio, né caduta in altro universo. ..”
Qualche sagoma scura è ferma da troppo tempo per essere ancora sveglia, ma altri invece sembrano non perdersi nemmeno una parola.
“Ma a tutt'oggi non è possibile conoscere lo stato reale della materia all'interno del corridoio interfasico. In una qualche maniera, esso è più sconosciuto di ciò che accade invece dentro un buco nero. Le leggi che regolano la fisica nello spazio normale vengono deformate dall'orizzonte degli eventi ed esse perdono di validità al medesimo ritmo con cui ci avviciniamo al nucleo del buco nero. All'interno del corridoio interfasico, invece, siamo in un diverso spazio: non parallelo, non figlio, ma certamente diverso.”
…omissis…
“In realtà il corridoio interfasico non è completamente invisibile e separato dallo spazio normale. Esso riflette determinate lunghezze d'onda e tale processo è evidente nel momento in cui il vortice modifica la massa della luce interfasica creando quello splendido fenomeno detto della Rifrazione Iniziale che ingloba e risucchia in esso stesso la materia che vi si avvicina.”
“In effetti, la materia, di cui è composta la luce, non viene rallentata in prossimità del vortice interfasico, ma subisce una tale accelerazione da allungarsi in un crescendo tale da sfogare l'energia che si trova ad assorbire dalla fusione della materia con l'anti-materia, in una spinta ineguagliabile. Tale energia spezza letteralmente lo spazio-tempo, creando il vortice.”
“Certo ci è ancora sconosciuto il processo che porta la luce a trasformarsi durante il suo stato interfasico ed a cambiare massa... ma ciò non di meno accade e la natura di tale metamorfosi, secondo gli studi altiani più recenti, è da ricercare nei punti in comune che lega la natura dell'interfase con i buchi neri.”
“Mentre l'orizzonte degli eventi modifica lo spazio-tempo, costringendo lo scorrere degli istanti situati in prossimità del buco nero, ad una deformazione tale da indurre la materia a piegarsi in una forma ad imbuto che – speculativamente – può incatenarsi ad un fenomeno opposto di fuoriuscita di massa infinita (i buchi bianchi di cui parlavo prima), il fenomeno interfasico interagisce con la luce e la porta a trasformarsi in uno stato avulso dalla sua natura nello spazio normale, ma capace di infilarsi nel tessuto spaziale, creando una sorta di limbo in cui il tempo segue leggi proprie.”
“Ed è in questo momento che io colloco l’esistenza fenomenica della luce interfasica e la possibilità di comprimerla in una unità di fisica quantificabile!”
Finalmente il relatore percepisce quel brusio di attenzione nella sala che cercava fin dall’inizio. Ora è certo di avere proprio tutti gli occhi puntati su di lui.
“Secondo alcuni ricercatori, i buchi bianchi non esistono.”
“Ma sono una minoranza!”
Quello che più lo infastidisce è non riuscire a scorgere la fonte delle domande.
“Manca l’osservazione diretta del fenomeno.”
“Tuttavia esistono indizi talmente numerosi dell’esistenza di tali corpi celesti, da poterla considerare accertata…”
“Ma è sempre possibile che tutti questi indizi vengano spiegati da un'entità fisica, oggi ancora sconosciuta, che non sia un buco bianco.”
Questo è proprio cocciuto!
“Ipotesi questa estremamente improbabile ed è in diretta contraddizione al principio di esistenza dei corridoi interfasici.”
Da qualche parte ci dove pur essere un pulsante che disattivi tutti i microfoni in sala – si chiede il relatore.
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