Rispondo così ad una domanda postami da un mio lettore.
1) Così agisce la RU486: Secondo quanto prescrive la Legge 194 ed una volta accertato con una ecografia che la gravidanza sia intrauterina e in essere da non più di sette settimane, viene somministrato il mifepristone, il quale blocca i recettori del progesterone sulla mucosa e sulla muscolatura dell’utero, favorendo la dilatazione del collo. Nel 70% dei casi l’interruzione della gravidanza avviene entro le 4 ore dalla somministrazione e nel restante 30% entro le 24 ore successive. Trascorse 24-36 ore, viene somministrata una prostaglandina che induce le contrazioni uterine e l’ espulsione dei tessuti embrionali. La donna rimane in ospedale per tre o quattro ore e dopo circa due settimane è prevista una visita ginecologica. Fisiologicamente la donna va incontro ad una mestruazione un po' più dolorosa ed abbondante del solito. Esiste una casistica del 2% in cui è necessario l’intervento chirurgico. L’Emea non prevede il ricovero.
2) Questa è la procedura per l’Ivg (interruzione volontaria di gravidanza) con il metodo “classico” del raschiamento: Secondo quanto prescrive la Legge 194 ed una volta accertato con una ecografia che la gravidanza sia intrauterina e in essere da non più di otto settimane, si procede con il ricovero – è previsto della durata di un giorno, ma può protrarsi in caso di aborto terapeutico e/o se il medico lo riterrà opportuno. Vengono concordate le tecniche di anestesia e di analgesia e l’intervento – che è a tutti gli effetti un intervento chirurgico – avviene per isterosuzione o aspirazione (con una cannula, collegata ad una pompa aspiratrice, si porta all'esterno sia l'embrione che l'endometrio) e/o raschiamento (con uno strumento a forma di cucchiaio, detto "corrette", il ginecologo raschia le pareti uterine eliminando i frammenti di endometrio e li porta verso l'esterno con un altro strumento con bordi smussati, sempre a forma di cucchiaio) della cavità uterina (previa preparazione del canale cervicale con farmaci per uso locale e/o sua dilatazione meccanica per l’introduzione, in utero, dei ferri chirurgici. A volte è necessaria la combinazione dei due metodi. Successivamente all’operazione, in presenza di perdite, è consigliabile sospendere i rapporti sessuali (il collo dell'utero potrebbe essere rimasto un po' dilatato e potrebbe esserci il rischio di infezione con i primi rapporti), evitare il bagno a favore della doccia per almeno due settimane (meno rischi di risalita di eventuali germi fino alla vagina e all'utero), effettuare dei bidet soltanto con presidi medici disinfettanti specifici ed è bene consultare immediatamente il ginecologo se le perdite diventano maleodoranti od in presenza di bruciori.
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