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giovedì 28 ottobre 2010

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Italia: una repubblica fondata sul precariato...

Esistono persone che, senza volerlo e senza colpa, si trovano a dover vivere una condizione di duplice insicurezza che si basa su una discontinuità di occupazione e, quindi di certezza futura e mancanza di un reddito adeguato e certo che permetta loro un progetto di vita. Questo è, essenzialmente, il precariato.
Che sia lavoro nero o contratto atipico, lavoro interinale o lavoro parasubordinato poco importa: il precariato non è certo flessibilità, come in molti vogliono farci credere, poichè in sè, il termine precariato ne contiene la sua veste negativa.
Sintomi del precariato possono colpire la durata dell'impiego, la copertura assicurativa del lavoratore, l'assenza del tfr o di un'adeguato calcolo contributivo, per non parlare poi della violazione dei diritti sulla sicurezza sul lavoro, sui non-orari e l'assenza quasi totale dei diritti dei lavoratori per quanto riguarda la maternità e/o paternità, il diritto allo sciopero, agli amortizzatori sociali, al diritto al sindacato.

Soprattutto il precariato intacca la qualità della vita in termini di progettualità personale e sociale.

L'Italia, come al solito, detiente un ulteriore anomalia in tema di giustizia sociale: mentre solitamente il lavoro flessibile, in quanto tale, detiene un reddito maggiore proprio per permettere ai lavoratori di mettere da parte sufficienti risparmi per affrontare i periodi - più o meno lunghi - di disoccupazione tra un lavoro e l'altro, qui da noi il lavoratore precario è sempre invischiato in una spirale di lavori sempre meno retribuiti, sempre più in bilico, sempre più a rischio. Il precariato nutre, in terra italiana, il profitto delle imprese - e dello Stato là dove esso esige potature severe mettendo a rischio anche la buona e futura raccolta della pianta da frutto - consumando allegramente reddito e linfa vitale che di diritto dovrebbe appartenere al lavoratore ed alle famiglie...

Una vita da precario di Michele Giunta



Questo video lo trovi anche su LO STIVALE BUCATO!

7 puntini di sospensione:

  • Anonimo

    Una volta c'era il milite ignoto, a breve il precario ignoto

  • SCIUSCIA

    Eh, ma non dire queste cose, devi essere mmmmmmmmmmodddddddddernaaaaaaa

  • Ernest

    Stanno anche per togliere l'Assunzione dal calendario!!!
    un saluto

  • Anonimo

    Così è l’Italia di oggi. Una nazione dove ogni giorno arrivano notizie di scandali, smentite e perdite di posti di lavoro, ma anche una nazione di raccomandati.

  • Ivo Serenthà

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

  • Ivo Serenthà

    La globalizzazione annunciata come la panacea che avrebbe risolto lo squilibrio mondiale,per ciò che riguarda le condizioni e il tenore di vita,si è dimostrata al contrario un impoverimento globale,almeno per la maggioranza delle persone su questo pianeta,dove al contrario pochissimi possono avere in mano ricchezza e sorti di ognuno di noi.
    Purtroppo nell'indifferenza molto diffusa soprattutto in Italia,ci vorranno molti anni per un inversione di tendenza,il welfare familiare al momento argina reazioni scomposte,insieme al rincoglionimento mediatico che ha fatto il suo "porco" lavoro.

    La risposta sui metodi anticoncezionali

    L'articolo è stato inserito nella speranza che la nuova possibilità di anticoncezionale sia assai meno contro producente della solita pillola,la quale è stata ridimensionata moltissimo dei valori ormonali,ma risulta comunque con diversi contro indicazioni,come hai descritto.
    Il preservativo è certamente la soluzione migliore non solo per rapporti occasionali,visto e considerato che sull'uomo non si è studiato nulla per ciò che riguarda la prevenzione.

    Saluti

  • Pino Amoruso

    ... e andrà sempre peggio, purtroppo!!!

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