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mercoledì 16 marzo 2011

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Dal disastro nucleare non si torna indietro: la catastrofe di Chernobyl.

Raccolgo l'invito che Tina mi ha suggerito nel suo commento al mio post precedente e vi propongo questo articolo che ho trovato in un forum. Ve lo posto così com'è, mettendovi in rilievo ciò che mi ha colpito di più. E' un po' lungo, se avete la pazienza di leggerlo, secondo me ne ne vale la pena visto che non è ostico e pieno di numeri e statistiche.


La catastrofe di Chernobyl ed i suoi effetti sulla comunicazione, salute, politica ed ambiente.
Traduzione di Progetto Humus da http://mwcnews.net
articolo originale di Ace Hoffman
Ventiquattro anni dopo, Chernobyl è ancora un luogo sporco, una parolaccia.
Chernobyl ha quasi sicuramente ucciso centinaia di migliaia di persone, forse già più di un milione. E nel corso del tempo, ne ucciderà ancora di più. In realtà, molte sono le stime che affermano che la stragrande maggioranza di quelli che moriranno uccisi o subiranno le conseguenze di questo incidente non erano ancora nati al momento dell’incidente.
Questa è l’eredità che la Nuclear Energy Institute (NEI, il braccio pubblico dell’industria nucleare americana) e di altre lobbies sostenitrici del nucleare – comprese l’AIEA e l’OMS – ci negano.
L’AIEA e l’OMS affermano che Chernobyl abbia causato “poche migliaia di morti”. La NEI, solamente 38, o meglio, meno di 50.
Ma la verità è che a Chernobyl i veleni continuano a fuoriuscire. Un nuovo libro,  che è stato recentemente pubblicato dalla New York Academy of Scienze, raccoglie diversi studi scientifici circa le conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl.
Fino ad oggi, questi studi non hanno mai visto la luce del giorno, soprattutto perché sia in America che nei paesi dell’Ex Unione Sovietica, così come in tutte le altre nazioni del mondo, non si desidera diffondere informazioni che possano “spaventare” il pubblico.
Fanno paura, ma è bene saperle!
Questa pubblicazione contiene circa 8000 sugli oltre 33.000 studi che analizzano gli effetti delle conseguenze di Chernobyl.
Studi rappresentati da grafici che mostrano come dopo il 1986, i tassi di natalità sono scesi e sono aumentati quelli di mortalità infantile e delle leucemie.
Chernobyl ha ucciso cento volte di più rispetto al precedente disastro considerato un avvelenamento chimico di massa a Bhopal, in India nel 1984. Chernobyl ha probabilmente ucciso più persone di quanto hanno fatto le esplosioni delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Ad oggi, l’industria nucleare pretende che le morti attribuite a Chernobyl siano poco più di quante potrebbero essere per un incidente di un treno o un autobus.
Chernobyl, che uccide in qualsiasi modo inimmaginabile. Ma i sostenitori del nucleare non ammettono l’evidenza, inconfondibile, dei decessi a questo attribuibili.
E’ “la più grande bugia del 21° secolo”, dal momento in cui migliaia di miliardi di dollari vengono investiti per sostenere che l’energia atomica è “sicura” e “pulita”. In realtà, così come sono costruiti i  reattori, vecchi e nuovi, sono in grado di liberare enormi quantità di isotopi radioattivi nell’ambiente. Certo, la maggior parte dei nuovi progetti sono diversi da quelli di Chernobyl. Ma nessuno è perfetto. Forse un incidente in America è poco probabile che avvenga, ma non c’è alcuna prova significativa di ciò. “C’è solo la prova che l’America è stata molto fortunata a non aver subito un incidente in piena regola” (Davis-Besse 2002).
Più reattori saranno costruiti, con quelli vecchi che continueranno ad operare, mantenuti in vita da un sistema corrotto di regolamenti, maggiore è la probabilità che possa succedere anche qui un disastro delle proporzioni di Chernobyl.
E poi c’è il combustibile esaurito. Una catastrofe così grande come Chernobyl potrebbe verificarsi in qualsiasi piscina o barile contenente questa tipologia di rifiuto. I sistemi di stoccaggio odierni sono inadeguati e soggetti a terremoti, crolli, attacchi di terroristi, cicloni, tsunami e anche alla caduta di asteroidi! Nessuno può affermare che i nostri impianti atomici siano garantiti… abbiamo costruito i semi della distruzione nel nostro ambiente. Dovremmo ridurre i rischi, non aumentarli.
Ma cosa succede se siamo portati a credere che un’eventuale catastrofe sarebbe più lieve di quella di Chernobyl? E se ci viene detto che la fauna selvatica è diventata fiorente nella zona di “esclusione”, ora che non ci sono più essere umani? Saremmo sereni?. Oppure guarderemmo i fatti alla base: uccelli ed altri animali non sono in grado di leggere i cartelli che dicono “ZONA CHIUSA!”.
Quindi sì, ci sono animali selvatici nella “zona”, ma vi sono prove evidenti che molte specie stanno mutando o morendo, quando là arrivano. Gli animali non si riproducono correttamente, mangiano vegetazione e cibo contaminato, si spostano da aree più o meno contaminate, in un continuo ciclo letale. Chernobyl è stato un fallimento. Gli addetti alla centrale hanno eseguito esperimenti non autorizzati, senza dispositivi di sicurezza adeguati. Non c’era cupola di contenimento. Questo per antonomasia è stato però un vantaggio perché ha permesso alle squadre di emergenza di spegnere il reattore incendiato, che diversamente avrebbe continuato a bruciare. Solo dal 3% al 5% del materiale contenuto nel nocciolo è andato disperso nell’ambiente. Il resto si trova lì, ancora termicamente e radioattivamente intatto, che fa filtrare veleni nell’ecosistema esterno. Coperto a suo tempo da un sarcofago mal costruito in calcestruzzo, presto il reattore distrutto sarà chiuso in un “nuovo confinamento”. Attualmente l’acqua, i materiali ed i gas radioattivi fuoriescono costantemente dalle numerose fessure nella volta.
Quelle che una volta erano alcune delle zone agricole più ricche del mondo ora sono abitate da gente povera che vive appena al di fuori della zona off-limits dell’impianto, dove solo le persone autorizzate possono accedere con adeguate misure di protezione.
L’inquinamento radioattivo di Chernobyl continua ancora oggi a diffondersi. Il suolo contiene cesio, stronzio ed altri elementi radioattivi che talvolta ritornano in superficie seguendo il ciclo vitale delle piante. Un incendio in un bosco può provocare una nube di materiali radioattivi che può contaminare altre comunità vicine.
Attualmente la maggior parte della dose di radioattività che i residenti delle zone contaminate ricevono proviene dal consumo di cibo ed acqua contaminati.
Chernobyl ha cambiato il nostro modo di parlare, le definizioni di alcune parole, i dizionari.
Forse il termine nuovo più noto è “i bambini di Chernobyl”.
Ogni anno qualche centinaio di bambini, provenienti dalle zone contaminate, di solito con problemi alla tiroide ed in generale con problemi di salute, svolgono le vacanze di risanamento nel Sud della California. Nei media si fa molta pubblicità, utile per la cooperazione umanitaria ma anche per l’opinione pubblica, in quanto mantiene vivo il ricordo di che cosa è accaduto a Chernobyl ventiquattro anni fa. Il rovescio della medaglia è che il pubblico è portato a credere che, aiutando questi bimbi, il problema venga correttamente gestito. Non vi è infatti, per la maggior parte delle vittime di Chernobyl, alcuna assistenza.
Nelle aree fortemente contaminate dai “veleni invisibili” di Chernobyl, l’80% dei bambini hanno riscontrato problemi di salute alla nascita ed il 98% non sono “completamente sani”.
Un altro termine nato dal disastro di Chernobyl è “liquidatore”.
I liquidatori erano uomini che al momento dell’incidente entrarono nel reattore per spegnere l’incendio per tentarne di attenuarne le conseguenze. Persone che hanno rimesso la loro vita per salvare le loro famiglie, il loro paese ed il nostro ambiente.
I liquidatori erano oltre 800.000. Ora stanno morendo in massa, prematuramente, di cancro, di malattie cardiache, di leucemia e per i danni riportati negli organi del loro corpo.
Vittime dell’”AIDS di Chernobyl”, un termine che indica la radiazione corporea che indebolisce il sistema immunitario, che porta alla morte da malattie infettive.
I “Bambini di Chernobyl” possono avere anche gravi malformazioni che possono riguardare i loro organi interni, articolazioni o addirittura possono nascere senza cervello (solo con il tronco celebrale), senza ossa (bambini medusa – patologia riscontrata solamente nelle Isole Marshall dopo i test da armi nucleari negli anni 50).
Ed i figli dei liquidatori sono particolarmente a rischio di diventare “bambini di Chernobyl”.
Circa il 2% della quantità di “radiazione naturale” dell’emisfero settentrionale del pianeta terra (dove vive la maggior parte della popolazione mondiale) è eredità di Chernobyl. Anche se questo valore è basso, non è sicuramente troppo incoraggiante, se pensiamo al fatto che alla radioattività di fondo è attribuita la causa principale di molte patologie tumorali. In secondo luogo il valore effettivo in alcuni luoghi è molto superiore rispetto alla “media” del pianeta. Ci sono milioni di ettari di terreni agricoli, che ancora significativi livelli di radiazione a causa di Chernobyl.
Un monitoraggio adeguato di ciò con cui le persone residenti nelle zone contaminate si alimentano è uno degli strumenti più importanti per proteggerli dai danni delle radiazioni. Inutile dire che il tutto è costoso e non sempre viene fatto, anzi, le aziende alimentari locali mischiano continuamente materie prime contaminate con quelle meno radioattive per raggiungere la dose media “ammissibile”. I radionuclidi vengono così dispersi tra la popolazione in un crimine imperdonabile che accade giornalmente.
Nuove parole e termini coniati dopo l’incidente di Chernobyl:
Foresta rossa: E’ l’area immediatamente circostante a Chernobyl, centinaia di chilometri quadrati di vegetazione il cui colore è stato trasformato dalla presenza della contaminazione radioattiva.
Effetto Chernobyl: E’ l’aumento del tasso di cancro alla tiroide. A questo si aggiunge l’aumento del tasso di mortalità nelle zone in cui la contaminazione radioattiva è più alta.
Castrofe geobotanica: E’ ciò che Chernobyl ha fatto. La radioattività che continua ad invadere esseri umani e vegetali.
Bambini di Chernobyl, medici di Chernobyl, vedove di Chernobyl e liquidatori di Chernobyl sono grandi gruppi di persone che sono state colpite dalla tragedia.
Gli arti di Chernobyl: Sono deformità delle braccia e/o gambe, più comuni nelle zone contaminate.
Cuore di Chernobyl: E’ una malformazione al cuore degli esseri umani conseguente alla contaminazione radioattiva.
Radiazioni in utero: E’ l’avvelenamento di un feto nel grembo materno causato dalla radioattività.
Altri nuovi termini medici derivanti dal disastro di Chernobyl:
Distonia vegetovasculare: è il “crollo” del sistema nervoso.
Radionuclidi incorporati a lunga vita e lesioni per inalazione acuta del tratto respiratorio superiore: Patologie croniche riscontrate principalmente nei liquidatori di Chernobyl: rinite, tosse secca, insufficienza respiratoria o polmonare.
Altre malattie diventate croniche in chi ha partecipato alla liquidazione dell’incidente: emicrania, disturbi della memoria, debolezza generale, sudorazione generalizzata, tachicardia, dolori articolari, insonnia, perdita della coscienza, difficoltà nella concentrazione, perdita della vista e torpore alle mani e piedi.
Chernobyl ha mietuto centinaia di milioni, forse miliardi di vittime e continuerà a farlo.
La verità sulla catastrofe di Chernobyl verrà sistematicamente tenuta nascosta all’opinione pubblica, in particolare in tutti i paesi dove il Nucleare controlla le decisioni dei governi e dei settori industriali.

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