E' il momento di dire la nostra in materia di acqua come bene non commerciabile, di uguaglianza davanti alla legge di ogni cittadino qualsiasi lavoro o carica ricopra e soprattutto in materia di nucleare dove in ballo c'è la stessa saluta nostra e dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Nonostante le fette di salame (o prosciutto che dir si voglia, ma io preferisco il salame!) davanti agli occhi di molti, spero che il cittadino medio, di cui in fondo io stessa sono parte, sia spinto da un sano e normale senso di sopravvivenza - e ciò al di là delle convinzioni politiche - ad andare a votare e votare SI ad un referendum che è in grado di decidere della nostra vita non solo pubblica, ma anche di quella fisica.
Di acqua si vive - almeno che tu non voglia vivere solo di Ferrarelle o Sanbenedetto - di nucleare si muore, di legittimo impedimento si dispensa ingiustizia.
Al di là dei miliardi, c'è differenza tra il vecchio pensionato che ricorda i tempi andati e il nostro Berlu che si impasticca di pillole blu? No, non c'è: il vecchio pensionato non va in galera perché ormai è ultranovantenne (anche se vorrebbe, giusto giusto per il pasto assicurato tre volte al giorno) e Berlu nemmeno, perché c'ha il legittimo impedimento creato ad hoc per lui. Ma l'ingiustizia di fondo ci sta, perché il vecchietto non ha fatto niente se non intestardirsi a non morire per alleggerire un po' l'INPS, mentre il Berlu i suoi scheletri nell'armadi ce li ha e pure ingombranti.
Ma soprattutto, vogliamo davvero vivere in una società in cui siamo noi i mattoni da cui ricavare le fondamenta per il benessere surplus di pochi? La privatizzazione dell'acqua è uno dei diritti rivendicati da chi ha e vuole speculare. Ma anche quelli che parlano tanto di dire di no, vi rendete conto che affermano che l'acqua rimarrà bene pubblico e che solo la gestione sarà privata? E che differenza ci sarà mai, se privato è comunque sinonimo di profitto e forse non diranno che l'acqua costa, ma certamente distribuirla si, quindi la formula porterà inevitabilmente ad un aumento della bolletta, che comunque peserà sui soliti idioti (e io sono tra quelli!).
E il nucleare poi, ne vogliamo parlare in termini più chiari: la vuoi la centrale di scienza francese sotto casa? La vuoi? Vai a vivere allora a quel paese... lì. Io dico solo che - al di là del buonsenso nel riconoscere che sono le fonti rinnovabili di energia il futuro del Pianeta TERRA, perché più economiche, pulite e gestibili in confronto all'atomo che costa, sporca e ti esplode in mano qualsiasi errore minimo fai - in un paese degno di chiamarsi Paese democratico, in cui un Referendum (=volontà del popolo) aveva detto no al nucleare, oggi dovremmo al limite votare se lo vogliamo adottare, non chiedere che sia rispettato una nostra volontà già decisa in termini di diritto tempo fa. Spero solo che gli italiani si rendano conto quanto rischiano, nel futuro prossimo e in quello a divenire, non andando alle urne a dire e gridare, l'unica risposta possibile: SI SI SI SI.
domenica 12 giugno 2011
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