Torture, stupri ed esecuzioni nelle carceri libiche, ma l'Italia fornisce anche motovedette armate e consulenti della guardia di finanza per dare la caccia alle barche di disperati. Segue un episodio che offre la possibilità di osservare i metodi impiegati dai mercenari sceriffi del Mediterraneo, foraggiati dall'Italia per fermare con ogni mezzo necessario chi fugge dal proprio inferno, riportato molto porbabilmente dai media di regime per il coinvolgimento di un equipaggio italiano e la totale assenza di migranti.
fonte: rainews24
Erano in tutto sei i militari a bordo della motovedetta libica che ha sparato contro un motopesca italiano di Mazara del Vallo. Lo fanno sapere fonti della Guardia di Finanza, specificando che tra loro, contrariamente a quanto si era appreso in un primo momento, non vi erano ufficiali. Dei sei militari due sono osservatori e quattro consulenti tecnici.
I finanzieri appartengono al contingente di militari che svolgono ruolo di osservatori e di consulenti tecnici (radaristi, motoristi ecc) nel quadro degli accordi tra il governo libico e quello italiano. Anche l'imbarcazione e' fra quelle cedute dalla Gdf nell'ambito di quest'intesa bilaterale.
Sulla vicenda e sulla sparatoria avvenuta a Mazara del Vallo la Guardia di Finanza ha chiesto dettagliate informazioni.
L'inchiesta
Il ministro dell'Interno Maroni ha immediatamente disposto l'apertura di un'inchiesta per accertare se nella vicenda del motopeschereccio colpito da colpi di arma da fuoco sparati da una motovedetta libica emerga un'utilizzazione dei mezzi donati dall'Italia per potenziare il contrasto all'immigrazione clandestina non coerente con le previsioni del Trattato firmato nel 2007 dall'allora ministro dell'Interno Giuliano Amato.
Il Governo riferisca in Parlamento
"La provenienza della motovedetta libica che ha sparato contro un motopesca di Mazara del Vallo e la presenza, a bordo, di militari italiani rende la vicenda ancora piu' grave. Il governo deve riferire immediatamente sull'accaduto e chiarire, una volta per tutte, tutti gli aspetti dell'accordo siglato con la Libia".
Cosi' la coordinatrice delle commissioni istituzionali del gruppo del Pd alla Camera, Sesa Amici.
Un inferno di fuoco: il racconto dei pescatori
"E' stato un inferno: i proiettili rimbalzavano dal ponte fino alla sala macchine. Ci siamo distesi tutti a terra pregando che nessuno di noi venisse colpito". Il capitano Gaspare Marrone va in mare da oltre trent'anni, con la sua barca ha affrontato molte volte la burrasca e ha salvato la vita a decine e decine di migranti che avevano fatto naufragio nel Canale di Sicilia. Ma i momenti terribili vissuti ieri sera, insieme con i suoi dieci uomini d'equipaggio, difficilmente potra' dimenticarli.
"Ha ragione il comandante, siamo vivi per miracolo", continuano a ripetere i marinai dell' "Ariete", il peschereccio della flotta di Mazara del Vallo mitragliato da una motovedetta libica perche' non si era fermato all'alt.
Quello che il capitano Marrone e i suoi uomini non sanno ancora, mentre nel porto di Lampedusa ricostruiscono gli attimi convulsi dell'assalto, e' che a bordo dell'unita' militare libica c'erano anche alcuni uomini della Guardia di finanza italiana. Si tratta infatti di una delle sei motovedette consegnate alla Libia dal governo italiano, nell'ambito del trattato di "amicizia" siglato due anni fa tra i due Paesi. Il tentativo di abbordaggio e' avvenuto intorno alle 22, quando il motopesca si trovava a circa 30 miglia dalle coste libiche, in acque internazionali: "Ci hanno intimato di fermarci - racconta il comandante - ma io, sapendo quello che ci aspettava, ho preferito proseguire spingendo i motori al massimo. A questo punto hanno aperto il fuoco, continuando a sparare a intervalli di circa un quarto d'ora-venti minuti".
Inseguiti fino alle acque territoriali italiane
Il capitano ha ancora negli occhi il terrore provocato da quei colpi di mitraglia: "Ci hanno inseguito fin quasi dentro le nostre acque territoriali.
Solo all'alba, quando eravamo in vista di Lampedusa, ci siamo sentiti in salvo".
Da anni le autorita' libiche rivendicano la loro giurisdizione sul Golfo della Sirte, sequestrando le imbarcazioni mazaresi sorprese a pescare in quel tratto di mare. Ma il capitano assicura che l' "Ariete", al momento del tentativo di abbordaggio, stava navigando e non era impegnato in una battuta: "Non avevano nessun diritto di fermarci". E invece i militari libici, nonostante la presenza a bordo dei finanzieri italiani, hanno usato le maniere "forti" per convincere i marinai a desistere dalla fuga, come testimoniano la fiancata sinistra e la cabina del motopesca sforacchiati dai proiettili: "Hanno sparato all'impazzata.
I libici hanno sparato ad altezza cabine: altezza d'uomo
Solo per un caso non hanno provocato l'esplosione di alcune bombole di gas che erano in coperta", sottolinea Alessandro Novara, uno componenti dell'equipaggio. Gli fa eco Tameur Chaabane, un altro marittimo tunisino imbarcato sull"'Ariete": "I libici sono degli incoscienti, perche' sparare all'altezza della cabina di comando significa volere uccidere". Ed e' proprio il comandante Marrone a sollevare, con i suoi marinai, il dubbio che la motovedetta che li ha mitragliati sia uno dei sei pattugliatori italiani "regalati" a Gheddafi.
"Non posso esserne certo - spiega - ma era del tutto simile a quelle utilizzate dalla nostra Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto".
La conferma arrivera' solo qualche ora dopo, quando l'equipaggio dell"'Ariete" ha gia' ripreso il mare per proseguire la battuta di pesca nel Canale di Sicilia.
La Libia apre un'inchiesta
L'ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur, ha annunciato che le autorità libiche hanno nominato un comitato d'inchiesta sui motivi dell'incidente, a cui potranno partecipare anche gli italiani.
Tratto da INFORMA-ZIONE
giovedì 16 settembre 2010
8Italia e Libia giocano al "tiro al clandestino": diffondete!
Inserito in argomenti di:
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Vergogna solo vergogna!
un saluto
Viva i rapporti internazionali
Ciao Daniela. Ti ripeto: quando ieri sera ho ascoltato il TG che ho citato nel mio post, ho veramente dato fuori di testa a questa notizia! E' vergognoso quello a cui dobbiamo assistere. Tuttavia, come ti ho risposto da me, ciò che io non tollero assolutamente, è il popolo italiano che ancora una volta subisce tutto questo senza alcuna reazione! Daniela, ma culturalmente e come civiltà non saremo uguali a quei popoli che ci arroghiamo il diritto di definire "arretrati"?
In politica estera, da qualche anno (considerando anche il quinquennio 2001-2006), il governo Berlusconi sta operando come nemmeno negli anni '70-'80, in epoca di compromesso storico, si osava riconoscere: stringendo e rinsaldando alleanze con Paesi come la Russia (all'epoca URSS), la Libia e la Francia.
Quante e quante volte fu rimproverato ai nostri governanti dell'epoca di piegarsi a compiacere troppo i regimi e dittatori di quelle nazioni? Quante e quante volte è stata rinfacciata loro una politica troppo filosovietica? O troppo benevola e morbida nei confronti del "terrorista" Gheddafi? E quante volte la Francia è stata scelta dai terroristi nostrani delle BR o dell'estrema sinistra come rifugio sicuro?
Non sarà che Berlusconi, sotto sotto, è più comunista dei comunisti dell'epoca...???
Che gli accordi riguardassero tutto questo era evidente. Ora li stanno semplicemente mettendo in pratica come stablito in precedenza. Se penso che anche qualcuno all'oppoisizione era favorevole a questa alleanza quando fu stipulata pensando forse chissà che Gheddafi ci desse anche petrolio....
Ciao Daniela... mi pare che i nostri blog non ce la possono fare a star dietro a "tutto"... siamo arrivati, comunque, all'unica certezza della vita, per ora: il fine settimana!
Ti auguro che sia serena e ti lascio un saluto!
@Ernest: certo che son bravi a razzolare!
@Inneres Auge: direi che Dio li fa e poi li accoppia...
@Carlo: credo che siamo peggio. Perché abbiamo la possibilità di scegliere e lo facciamo male...
@Marcus: io credo che spessissimo i politici mascherano di libertà e di progressismo ciò che invece sarebbe più realistico definire "potere". L'ebbrezza che deve dare l'impunità e il megalomanismo deve essere di gran lunga più lascivo e potente di un orgasmo o di una dose di eroina. Perché altrimenti un uomo dovrebbe andare "oltre"? I più grandi pazzi della Storia hanno scritto pagine sanguinarie, altri invece silenziosamente hanno preferito nascondere la mano e godere in privato. Chi si inchina, a mio parere, in una posizione che comunque gli dà il potere e la possibilità di non inchinarsi, lo fa perché il proprio tornaconto non fa distinzioni tra ideologie o linee di pensiero.
E buonanotte al secchio!
@Daniele: in effetti era ingenuo vedervi altro...
@Carissimo Carlo, hai proprio ragione! Godiamoci questo fine settimana che, spero, sarà pieno di sole e poi vedremo...
Un caro saluto anche a te