Tutto iniziò a Wuhan, una città della
provincia cinese di Hubei.
Un numero sempre più crescente di persone iniziarono ad ammalarsi di un nuovo tipo di polmonite, una malattia molto simile a
quella del Sars-Cov di triste memoria. Così anche questa venne
denominata Sars-Cov-2, Covid-19 per gli amici.Che sia vero che tale "malattia da nuovo coronavirus" sia un'evoluzione naturale o geneticamente creata in qualche laboratorio (cosa ne pensano i complottisti?) o che sia davvero nata in Cina o no, la prima segnalazione ufficiale della sua comparsa avviene il 31 dicembre 2019 (BUON ANNO!) e il primo decesso confermato il 9 gennaio 2020.
Il 30 gennaio l'OMS dichiarò che l'epidemia da Coronavirus scoppiata in Cina era ormai una emergenza internazionale di salute pubblica, il 28 febbraio dichiarò l'emergenza a livello "molto alto" e l'11 marzo 2020 la elevò di grado: non più una epidemia
confinata ad alcune zone geografiche, ma una pandemia ormai diffusa in tutto
il pianeta.
Da noi i primi casi furono due turisti cinesi trovati positivi a Roma, ma chi se li ricorda più? Le aree ad essere colpite per prime in Italia furono al nord, in Lombardia, in Veneto. E iniziarono subitissimo i decreti, la chiusura delle scuole, delle attività produttive più a rischio. Iniziò la quarantena, la Protezione Civile che di notte passava per le strade con i microfoni a raccomandare di stare a casa, di non uscire. Iniziarono i morti, le bare, la solitudine dei malati, il dolore delle famiglie, questa distanza lacerante di non poter dire addio per l'ultima volta.

Marzo 2020: 70 mezzi militari portano le salme fuori dalla regione Lombardia
Iniziò anche le tormentate scelte dei medici, dei sanitari, sempre più sotto pressione, sempre più coinvolti di fronte a una malattia di cui non si sapeva le origini, le cure più adeguate (respirazione forzata o no? Oggi sembra che non sia stata la scelta migliore...).
Ma avevamo anche una speranza: che sarebbe finita, prima o poi, che, come una brutta influenza, alla fine se ne sarebbe andata. Speravamo nell'estate, nel caldo, noi cittadini con solo una mascherina sulla faccia e con la bottiglietta di gel disinfettante in tasca. Andavamo in cerca della mascherine più colorate possibili, quelle meno "da ospedale" per darci l'illusione di non essere davvero così a rischio. Ci ingegnavamo con i telefonini, con le video-chiamate a distanza, chiedendo ai nostri figli come fare ad usare le app di meet o di duo senza, per una volta tanto, dire che troppo cellulare fa male...
..ma non è finita: c'è stato il Covid parte seconda, il Ritorno del
Covid, la seconda ondata, insomma. E, almeno nella mia Regione, il
Friuli Venezia-Giulia, sembra peggiore. Più contagioso, più vicino e più
sottovalutato. Oggi si vedono facce senza mascherina, nessuno batte le
strade per avvisare che il Covid c'è ancora e molti negozi fanno entrare
le persone senza controllare il numero massimo che possono accogliere.
Alcuni grandi supermercati hanno un commesso che controlla, ma sono pochi e, a volte, ho visto gente che preferiva andare nei negozi con libero accesso, per non fare la fila, persone con la mascherina calata solo sulla bocca e che dire della distanza di sicurezza? Certa gente il sistema metrico non sa proprio cosa sia!
Leggi avanti...
...e ora torna al sommario!