lunedì 31 maggio 2010
4Giornata nazionale contro l'editoria a pagamento
In altri termini significa che tu, impiegato presso una qualsiasi azienda, devi pagare il tuo capo 1200€ al mese. Perché? Perché sì, naturalmente, perché il mercato è in crisi e non pretenderai che l’azienda si sobbarchi rischi simili? Già ti permettono di lavorare e di avere un posto quando la crisi finirà, quindi zitto e firma l’assegno.
Questa è la prima giornata nazionale contro l’editoria a pagamento, caro scrittore, e siamo qui non tanto per protestare quanto per informare tutti gli autori che, come te, sono alla ricerca di un editore che pagare per pubblicare non è l’unico modo.
E non è nemmeno la regola.
Pubblicare non è un diritto. Non è un diritto inalienabile dell’uomo, si può vivere benissimo anche senza pubblicare un libro. Detto questo, pensa un attimo a una cosa. Prova a immaginare di avere solo la terza media e di volere, a tutti i costi, diventare architetto.
Cosa fai? Vai in uno studio e pretendi di essere assunto? No. Non lo faresti mai, nemmeno ti passa per la testa: non hai le competenze per farlo e un tuo errore causerebbe la morte di molte persone.
Allora perché intestardirsi sul voler pubblicare a tutti i costi? Diventeresti architetto corrompendo, pagando chi ti assume e sapendo che potresti ammazzare qualcuno?
Pubblicare senza averne le competenze equivale a voler fare l’architetto con la licenza media.
Se pagare l’esaminatore per farti passare l’esame della patente senza studiare è corruzione, pagare per pubblicare è perfettamente legale ma a conti fatti cambia qualcosa?
La maggioranza degli editori a pagamento pubblica qualunque cosa. A questo proposito guardati questo video.
Pubblicare non è un servizio. L’editore che sceglie di pubblicare un manoscritto non lo fa per carità divina, per fare un favore all’autore o perché l’autore gli è simpatico: lo fa perché crede che da quel libro potrà ricavarci qualcosa in termini economici.
L’editore è un imprenditore: scommette i propri soldi in ciò che ritiene redditizio; esattamente come fa chi acquista le azioni in borsa, esattamente come chi apre un’attività.
Pubblicare un libro è un lavoro. Un lavoro che va retribuito, perché su quel lavoro l’azienda ci guadagnerà. La tua azienda guadagna anche grazie al tuo lavoro; l’editore guadagna grazie al tuo libro.
Sarebbe come pensare a un ristorante senza pietanze: se chi gli fornisce gli alimenti non viene pagato il ristoratore rimarrà presto senza nulla da dare ai suoi clienti. Il ristoratore non chiede al suo fornitore di pagarlo per fornirgli la merce, è l’esatto opposto.
Ci pensi a un venditore all’ingrosso che viene apostrofato con “o mi paghi o io la tua merce non la prendo”?
Pubblicare senza essere conosciuti non è impossibile. Così come non è impossibile pubblicare gratis. Gli editori che pubblicano esordienti senza chiedere un centesimo ce ne sono a centinaia (e qui ne potete trovare più di 120).
E se nessun editore non a pagamento ti pubblica ti si aprono due vie: rinunciare e pensare che probabilmente nel testo c’è qualcosa che non va o scegliere l’autopubblicazione tramite un POD (Print On Demand) come Lulu o Boopen o Ilmiolibro, avendo cura di dare la disponibilità del download gratuito assieme all’acquisto del testo cartaceo.
Se stai pensando che in questo modo, senza un editore a pagamento alle spalle, non avrai editing, correzione bozze, copertina e promozione sbagli: l’unica cosa che ti mancherà sarà la copertina.
lunedì 24 maggio 2010
9Tu da Marte, io da Venere
Alla fine, mi sono arresa e sono andata a letto. Ma più o meno dieci minuti più tardi, lui mi ha raggiunto e, con mia grande sorpresa, ha risposto alle mie carezze e abbiamo fatto l'amore, anche se continuava ad essere distaccato e lontano. Dopo, ho cercato di parlare della nostra situazione un'altra volta, ma lui si è addormentato subito. Mi sono messa a piangere silenziosamente, per non svegliarlo ed ho pianto per tutta la notte fino a quando mi sono addormentata anch'io.
Sono convinta che lui ha un'altra. La mia vita è un vero disastro!!"
venerdì 21 maggio 2010
2Ci siamo tanto amati…
Ed ad una ad una, si inseguono come briciole abbandonate dagli uccelli, inermi e letargiche silenziose ed oramai ammuffite, le anime dimenticate. |
Il riso amaro che, a fatica riempie la pancia, è stato sommerso dalla melma e dal fango e le tenere piantine non hanno trovato acqua o letame o frescura ma solo lame arrugginite. |
Cala il sipario pesantemente di broccato viola adorno di merletti bianco-azzurri e splendente di ghirigori d’oro. E’ sotto un sole potente all’ombra di idoli starnazzanti, che si affannano a stenderlo: c’è bisogno di coprire di nascondere di celare di spargere oblìo. |
E la massa, informe, obbediente, chiude gli occhi: solo il rumore delle onde di un mare nero, perso in lontananza, forse su un altro pianeta, rimane a riempire il sottofondo. |
(“Morti-viventi” di Daniela Gambo – 2010 L’Italia che non c’è. Più) |
Vi invito a leggere “Annozero, ultimo fotogramma” di Travaglio, di cui le parole che seguono sono solo uno stralcio, a mio parere chiaro e pungente, come Travaglio ci ha abituato da sempre…
Io non so, nel dettaglio, cosa preveda l’accordo, se non che Michele, pensionando nel 2016, sarà liquidato con tre annualità del suo stipendio di direttore (un terzo di quello di Vespa) e non avrà vincoli di esclusiva. Né so che altro intenda fare in futuro, oltre alle docufiction. Non conosco, insomma, l’ultimo fotogramma. Ma conosco fin troppo bene quelli precedenti. So che in autunno la Rai, ligia agli ordini superiori, cercava pretesti per non far partire Annozero. So che, presentando Annozero in conferenza stampa, il direttore di RaiDue disse che, fosse dipeso da lui, Santoro non sarebbe mai andato in onda (così gli ascolti della sua rete sarebbero scesi sottozero). So che per tutto l’anno, vedi intercettazioni di Trani, Berlusconi e i suoi manutengoli in Rai, Agcom, Vigilanza e persino Csm han trafficato per chiudere Annozero. So che ad aprile la Rai ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza che impone la messa in onda di Annozero, costringendo Santoro ad altri tre anni (in aggiunta ai sette passati) di battaglia legale contro l’azienda per cui lavora. So che la famosa opposizione se n’è beatamente infischiata. Anzi ha subito votato con la maggioranza a favore dell’uscita di Santoro, salvo poi polemizzare perché – horribile dictu – se ne andrà con la liquidazione anziché regalarla alla Rai che l’ha trattato così bene. |
da Il Fatto Quotidiano, 20 maggio 2010 |
Ora ci rimangono Vespa e Minzolini, a sancire il patto della libera informazione in Rai. E presto, molto presto, non rimarrà più nulla di guardabile in TV la sera…
giovedì 20 maggio 2010
0Libertà d’informazione – Diritto alla Rete
Comunicato Stampa 20 maggio 2010
Libertà è partecipazione
PER LA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE, PER LE LIBERTÀ COSTITUZIONALI
NO ALLA LEGGE BAVAGLIO
La Commissione Giustizia del Senato ha dato un primo via libera alla riforma delle intercettazioni che mette il bavaglio alla stampa e le
manette alla magistratura.
Se il Ddl passerà così com’è al Senato e poi alla Camera, ci sarà un grave vulnus alla democrazia. Non sapremo più delle malversazioni e
degli inganni di politici e imprenditori corrotti perchè la stampa
libera non potrà più raccontarlo. I magistrati non potranno perseguire
in maniera efficace questi crimini a causa delle forti limitazioni alle
intercettazioni a scopo investigativo. Neppure i blogger potranno
svolgere più il loro compito informativo.
All’appello contro la legge bavaglio sulle intercettazioni hanno già aderito quasi 120.000 persone, gruppi, sindacati e associazioni.
All’appello hanno dato il loro sostegno i costituzionalisti Valerio Onida, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Mario Dogliani, i giornalisti Marco Travaglio, Peter Gomez, editori come Giuseppe Laterza, le associazioni Articolo 21, Free Hardware Foundation, Il Popolo Viola, Valigia Blu, Festival Internazionale del Giornalismo, i sindacati Usigrai, Unione degli Studenti, e poi Current Tv, Wikimedia Italia e tantissimi altri.
Adesso è indispensabile moltiplicare gli sforzi per rafforzare l’opposizione a questo attentato alle libertà costituzionali.
A chiunque abbia a cuore le sorti della democrazia, chiediamo di far sentire la propria voce:
Raccontando, con ogni mezzo, questa mobilitazione
Sottoscrivendo l’appello alla pagina http://www.nobavaglio.it
Aderendo alla mobilitazione su Facebook: Libertà è partecipazione informata
Partecipando, imbavagliati, al sit di Venerdì 21 maggio, dalle 14, davanti al Parlamento in piazza Montecitorio. Durante
il sit-in sarà allestito uno speaker’s corner dal quale ciascuno potrà
manifestare il proprio dissenso.
Intervenendo al dibattito organizzato presso il Teatro dell’Angelo a Roma, lunedì 24 maggio dalle ore 10:30, per
dichiarare la propria contrarietà alla legge, e formulare nuove
iniziative di mobilitazione affinchè non venga approvato in via
definitiva, insieme a Alessandro Pace, Gianni Ferrara, Ezio Mauro, Oliviero Beha, Concita De Gregorio, Alessandro Gamberini, Paolo Flores D’Arcais, Silvia Bartolini, Giuseppe Laterza e i promotori dell’appello.
Stefano Rodotà
Fiorello Cortiana
Juan Carlos De Martin
Arturo Di Corinto
Carlo Formenti
Guido Scorza
Alessandro Gilioli
Enzo Di Frenna
domenica 16 maggio 2010
4Se vuoi evitare le delusioni…
L’opposizione non vuole farsi trovare impreparata: casomai il Governo inciampi, ecco che è al vaglio un’alternativa valida da proporre ai futuri elettori. La parola d’ordine è: “che sia un programma che possiamo promettere e portare a termine, non le solite bubbole!”
sabato 15 maggio 2010
2La qualità per governare: essere un carro armato...
lunedì 3 maggio 2010
4Delucidazioni... secondo voi, come andrà a finire?
Quanto poco riesco a scrivere ultimamente! Eppure non è che non sia accaduto nulla, in questi giorni. La graziosa scenetta tra BBB e Fini è stata una piccola chicca ed era anche ora che scoppiasse!
Naturalmente - per chi le avesse nominate - elezioni anticipate non ce ne saranno (e lo spero davvero credetemi: vincerebbero comunque BBB & Co. ed, oltre la solita inconsistente e magra figura di PD e dintorni, l'Italia sprecherebbe ulteriore denaro nostro) e, per buona pace della Lega, nemmeno il federalismo fiscale entrerà nelle riforme, giacché sarebbe poi oltremodo ostico per la nostra classe politica proseguire nel suo solito magna-magna.. ma questa è solo la mia opinione.