Si chiama Ru486. Non è un nome complicato, anche se sembrerebbe più una sigla di un nuovo colorante per alimenti. In Europa è già usata da anni, da noi, popolo cattolico e bigotto, sono già cinque anni che ne stanno parlando.
La maggioranza delle donne sa che è una pillola per abortire. La maggior parte degli uomini non sa cosa sia. I cattolici invocano la scomunica e chi ci governa la considerano un mezzo per il controllo delle nascite… in ITALIA??!!?? Andiamo, ci prendete per fessi? Anzi, prendete noi donne per fesse, squilibrate e deficienti? Solo degli uomini possono credere che un aborto sia una passeggiata e che una pillola lo renda più semplice da fare. E solo dei cretini – e qui ci stanno anche le donne – possono pensare che partorire con dolore sia giusto e naturale. Cavoli, la tecnologia, la medicina, la conoscenza serviranno pure a qualcosa, oltre che portare l’uomo sulla luna o no?
La pillola Ru486 provoca l’aborto e lo fa in un breve lasso di tempo (circa quattro ore). Quando ciò accade, ci sono crampi e dolori e l’aborto si conclude con la più classica delle emorragie. NON E’ UNA ASPIRINA!! Ma soprattutto NON E’ UN’OPERAZIONE CHIRURGICA, non ha i rischi che sono impliciti in un qualsiasi intervento, è senz’altro più vissuta poiché il dolore che ha portato una donna a scegliere l’aborto, il dolore che poi la seguirà nel tempo – che si affievolirà certo, ma è giusto che accada e deve essere così! – sarà presente dal momento che firmerà le carte per l’assenso alla procedura, al momento in cui ingoierà quella pillola e fino al momento in cui i crampi e il sangue le mostreranno che sta davvero accadendo!
La pillola Ru486 provoca l’aborto. Questo è quanto. La pillola Ru486 è infinitamente meglio dell’operazione di raschiamento che viene praticata ora e che reca in sé maggiori rischi.
La pillola Ru486 provoca un aborto farmacologico, non è una droga e non è nemmeno una depenalizzazione morale della pratica dell’aborto, tantomeno di un ipotetico, quanto ridicolo, controllo delle nascite qui in Italia.
La pillola Ru486 non è pericolosa. Si è parlato di 29 casi di morte certificate dalla stessa azienda produttrice, la Exelgyn, morti di cui almeno sei casi sono poi stati attribuite ad altre cause. Bene: è un numero inferiore alle morti per viagra (del 10% più alta) e per assunzione di aspirina. Voi uomini smetterete di prendere il Viagra sapendo che vi può uccidere, in una determinata percentuale dei casi? E tu umanità – ed assieme a te le multinazionali - bandireste per lo stesso motivo l’aspirina? Io non credo. Eppure tutto ciò che riguarda il corpo femminile, il processo della procreazione e della nascita è visto sempre come un tabù, in primis dagli stessi uomini.
Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella dice chiaramente: «Il via libera del Cda non è scontato, ci sono delle valutazioni da fare. Il Cda non è un organo preposto solo a un ultimo passaggio burocratico, deve valutare il rapporto costi- benefici del farmaco». Poi c’è il problema del protocollo ospedaliero: nel 2007 in Italia ci sono già stati 1.010 casi di aborto tramite la Ru486 con ricovero in day hospital. Visto che l’aborto, in una percentuale di casi può avvenire anche dopo due giorni o più, il grosso problema che non fa dormire l’illustre Roccella è che l’”espulsione” avviene in casa. Probabilmente al pensiero, a tutti voi viene la pelle d’oca: espulsione, che schifo! Ma lo sapete che oggi si parla di gravidanza consapevole e di parto in casa? E sapete che il rischio di morire di parto è superiore – e di molto – a quello dell’aborto? Certo che i rischi devono essere chiari e vanno pubblicizzati, ma non devono – ed in questo caso è davvero ridicolo – essere la causa principale nella decisione di abortire o meno. Questo, secondo il mio modesto parere, è il nocciolo della questione: quando una donna decide di abortire – o viene consigliata di farlo per gravi problemi medici – deve – e sottolineo DEVE – poter scegliere il metodo più sicuro ed affidabile per la sua salute fisica e psichica. Deve esserle permesso affrontare la procedura di aborto nel migliore dei modi, anche indolore se mai si arrivasse a questo. E’ una questione di dignità, così come lo è l’eutanasia o la lotta al dolore nelle malattie.
E’ dal 2005 che la Ru486 è inserita nella lista dei farmaci essenziali dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms): perché questo sembra non valere in Italia? In un’Italia che accetta il nucleare perché materia affidabile e gestibile? Noi non abbiamo a tutt’oggi la sicurezza che il nucleare non ci scoppi in faccia, eppure il nostro governo lo approva – non dimenticate che è già legge in vigore! – ma la Ru486 proprio no, quella no, giammai! Eppure l’approvazione di un farmaco non può divenire una questione ideologica e la sua pericolosità non può essere gonfiata da un ministro – e dal suo governo - al fine che ciò accada.
Per quanto riguarda l’aborto in sé, questo è argomento per un altro post.
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