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domenica 31 maggio 2009

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GIOCHI D’ACQUA – punto sesto

malecom_blue Seduta alla sua scrivania, attenta ai fogli posati accanto a lei, Viki batteva sui tasti del computer velocemente, senza nemmeno guardare lo schermo. La piccola radiolina nera spandeva leggere note di una canzone sconosciuta e la finestra aperta lasciava che il vento mattutino spingesse le tende in uno strano balletto.

Seduto alla sua scrivania, Luca fissava pensieroso la sigaretta posata sul posacenere spandere un unico, trasparente filo di fumo.

Seduto al bar, sotto l’ufficio, Marco sorrideva alla barista che gli stava servendo il caffè.

Accanto a lui c’era il giornale appena comprato, aperto sulla prima pagina e, senza nemmeno rendersene conto, veniva fissato insistentemente da una piccola e gracile vecchietta ferma alla cassa, infastidita che quel giovane stesse trattenendo tanto a lungo la barista e impedendole così di pagare ed andarsene.

Seduta al piccolo tavolo di legno rovinato della mensa del carcere, Chiara fissava la fotografia sgualcita che teneva fra le mani. Attorno a lei, le voci delle altre detenute si sommavano creando un sottofondo disarmonico che scivolava via, come leggera acqua sulla sabbia. Gli occhi di Chiara erano asciutti. Malgrado fosse passato poco più di un mese dalla morte del figlio, lei non aveva mai pianto. Per i giudici che ne avevano deciso la custodia cautelare, ciò aveva pesato molto, ma per Chiara voleva solo dire che il tempo non aveva ancora ripreso a scorrere. Era ancora fermo a quel giorno, a quell’ora, a quell’interminabile minuto…

Il dolore alla testa era lancinante. La luce era così accecante da ferirle gli occhi e quelle urla erano così forti da essere davvero insopportabili! L'ostetrica le aveva predetto che il suo istinto materno si sarebbe risvegliato, non appena il bambino le sarebbe stato posto fra le braccia... ma non era successo. Qualche mamma le aveva raccontato di sapere in anticipo quali fossero i bisogni del loro figlioletto, ma tutto ciò che lei aveva tentato, per farsi accettare da quella enorme bocca senza denti che non faceva altro che urlare, era risultata vana! Più di ogni cosa, voleva che si chiudesse, che stesse zitta, che non si facesse sentire!!! Si tappò le orecchie e si mise a gridare, sempre più forte.

Il neonato si interruppe un momento, sconcertato. Poi riprese a piangere, a pieni polmoni. Qualcuno bussò forte sulla parete ed allora lei gridò ancora più forte.

Le infermiere vennero solo in quel momento. Presero il bambino e lei poté udire le sue urla affievolirsi, allontanarsi e poi cessare del tutto, quando alla fine chiusero le porte della nursery.

"Così davvero non va, Signora Chiara!" disse quella megera di caposala, tirandole su la manica e disinfettandole la pelle per l'iniezione.

Una cappa scura l'avvolse e lei chiuse gli occhi, grata solo, finalmente, di non essere più ancora capace di sentire alcunché.

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dedicato a MARIALUCE!!




Billy e l’amica di Billy!     

Nei miei viaggi sul web ho pescato queste due immagini gift, da cui Marialuce – una lettrice del mio blog – deve aver preso l’immagine del suo avatar!

Se sì, tanti saluti a lei!

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venerdì 29 maggio 2009

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Continuiamo a non dimenticare…

Riflettevo, dopo aver pubblicato il post, che ero quasi una bambina, quando accadde il terremoto del ‘76. Abitavo a Trieste, in una palazzina di cinque piani e noi stavamo all'ultimo. Mia madre ci svegliò - io e mio fratello - ed insieme ai miei nonni scendemmo le scale di corsa. I gradini si muovevano ed io non capivo perché mia madre avesse tanta paura e continuasse a correre giù. Ero ancora piena di sonno e ricordo che, nel piazzale sotto casa, si erano riuniti tutti i vicini, in pantofole e tutti guardavano in alto. Sentivamo - più che vederla - la casa tremare e l'aria era come ferma.

Non so quanti secondi sia durata o quanti minuti o quante ore, ma tutti noi eravamo attoniti e silenziosi. Ricordo che sulle spalle avevo una coperta e che mio fratello era in braccio a mia madre e continuava a dormire…

Sono solo frammenti di immagini...

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NON DIMENTICHIAMO…

FRIULI, 6 maggio 1976.

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AQUILA, 6 aprile 2009.

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Seguo sempre il blog di Anna e leggo i commenti che le vengono lasciati. Le notizie che incontri hanno dell’incredibile: sono piccole storie di eroi, grandi tragedie ed anche tanta miseria umana. Riporto anch’io questo link. Che è un esempio di miseria umana, appunto. Dei nostri politici. Di chi vede solo il proprio interesse personale e l’impatto mediatico che può ottenere e che, per fare questo, non si preoccupa di utilizzare ogni espediente.

Eppure tutto questo è più che indisponente: è triste, enormemente ed infinitamente triste. Perché molti ci credono. Troppi.

Io vivo in Friuli e, benché non l’abbia vissuto, qui il terremoto del 6 maggio 1976 se lo ricordano in tanti. Iniziò alle 21 e le scosse furono dell’undicesimo grado della scala Mercalli (Magnitudo: 6.4 (Maw), Intensità epicentrale: IX-X grado (MCS), Vittime: 965).  Alla prima, seguirono numerose altre scosse, che raggiunsero anche magnitudo 5.9 (Maw) – quella del 15 settembre - provocando ulteriori vittime e completando l’opera di devastazione degli edifici già pericolanti o non ancora messi in sicurezza.

Da “Terremoti d’Italia” – Protezione Civile Nazionale.

Il terremoto venne avvertito in quasi tutta l'Italia centro-settentrionale, fino oltre Roma. La zona maggiormente colpita fu la media valle del Fiume Tagliamento, ma i paesi interessati dai danni furono numerosissimi. In totale 119 comuni nelle province di Udine e Pordenone subirono danni più o meno gravi. Nonostante fosse conosciuta l’elevata sismicità della regione ed in particolare della zona di passaggio tra la pianura ed i rilievi montuosi, la maggior parte dei comuni gravemente danneggiati, come ad esempio Buia, Gemona ed Osoppo, non erano classificati sismici e non erano quindi soggetti all’applicazione di norme specifiche per le costruzioni,

Il danno al patrimonio edilizio fu enorme ed anche l’impatto sull'economia fu notevolissimo: circa 15.000 lavoratori persero il posto di lavoro per la distruzione o il danneggiamento delle fabbriche.

Nelle ore che seguirono la violenta scossa, la forte presenza militare in Friuli consentì, fortunatamente, che le operazioni di soccorso fossero sufficientemente rapide ed efficaci, facilitando lo sgombero delle macerie, l'allestimento di ricoveri provvisori e cucine da campo, la riattivazione dei servizi, riducendo così i disagi ai terremotati. Il sisma del 1976 in Friuli ebbe un forte impatto sull’opinione pubblica; peraltro fu anche il primo terremoto in cui “la diretta” televisiva portò le immagini del dolore e della distruzione in tutte le case italiane.

La scossa del 6 maggio fu seguita da numerosissime repliche, alcune delle quali molto forti; in particolare la scossa del 15 settembre, alle ore 10:20, magnitudo 5.9 (Maw), che raggiunse l’intensità del VIII-IX grado MCS provocando 12 vittime, ulteriori distruzioni ed aggravando il danno già causato dal terremoto del 6 maggio agli edifici non ancora riparati.

e le foto di quell’epoca, sempre sullo stesso sito.

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martedì 26 maggio 2009

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L’ETERNA DOMANDA: ma mi ami o no?

Escaping Criticism by Pere Borrell del Caso, 1874

Image via Wikipedia

Tutto inizia nei primordi della nostra vita: giusto giusto sulle soglie dell’infanzia. Quello che noi abbiamo intorno, lo assorbiamo per osmosi, come fossimo tante tenere e bianche radichette. Così forgiamo dentro la nostra mente i modelli che poi applicheremo a noi stessi ed anche agli altri. Qualcuno lo fa senza notare la differenza tra la realtà e ciò che noi pensiamo sia vero.

Il Caso: figlio ventitreenne aiuta amica con problemi famigliari. Le dà dei soldi e diviene il suo confidente. Un giorno l’amica lo chiama sul cellulare, ma lui, a causa del lavoro, non può rispondere. Allora l’amica lo prova a chiamare a casa e risponde il padre di lui, che dice: vieni. Finale: lei rimane incinta del padre che, d’accordo con la moglie, porta amica e bimba - nel frattempo ormai nata - a casa.



Risultato: il padre, con l’appoggio della moglie, butta fuori di casa il figlio.

Problema: fino a che punto una donna può perdonare il marito? E fino a che punto una ragazza deve arrivare per accettare una situazione del genere? E che ruolo ha un figlio adulto – economicamente semi-indipendente (non guadagna poi molto, poiché lavora in un pub) – nel decidere della vita di una coppia che è, sì sua madre e suo padre, ma sono pur sempre adulti maggiorenni e sposati tra loro? E per ultimo – ma non meno importante – fino a dove un uomo crede possano arrivare gli affaracci suoi???!!??

Bene, questa che vi ho raccontato è una storia vera. Voi la credete possibile ai giorni nostri, in una famiglia italiana di medio stipendio e con una casa semplice, ma di proprietà?

Note: il padre è operaio e la madre è casalinga. Il figlio è studente universitario, lavora in un pub e ha già cambiato  sei facoltà, senza avere ancora le idee chiare. Lei è appena maggiorenne e vive fuori casa, allontanata dalla famiglia. E’ del Sud. E forse – e dico forse perché non lo so con sicurezza – non ha più una madre.

Per ora mi fermo qui, ma la storia non è finita…


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lunedì 25 maggio 2009

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SONDAGGI: Che ne pensate di uno scrittore che si autopubblica… ?

sondaggio_1

Questo è il risultato del primo sondaggio del blog.

scrittore coraggioso: 76%

scrittore egoista: nessuna preferenza

scrittore sfiduciato: 16%

scrittore terribile: 8%

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venerdì 22 maggio 2009

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IL TEMPO COME UNA MAPPA DI SEGNI E CICATRICI…

Come già accennato, nei miei sproloqui sui mondi dell’Altrodove, una delle caratteristiche che lo compongono è il diverso scorrere del tempo. Anzi, l’inutilità stessa del tempo, poiché esso non è un elemento in divenire.

La mancanza dell’elemento tempo crea un vuoto assoluto che è principalmente silenzio.

“…l'Universo Primo è la Madre e gli Universi paralleli i suoi Figli ed essi sono intersecati gli uni con gli altri in un labirinto dove il tempo viene incanalato in variabili sempre diverse - con leggi fisiche anche in contrapposizione, ma rigorose e certe - allora possiamo comprendere come tutti questi mondi, enormemente distanti, sia come esseri senzienti che come livelli di esistenza, siano in realtà parte essenziale di un tutto in continua evoluzione.”

(da “Il terzo ramo della Galassia”)


Ovviamente, il primo elemento di un racconto o di un romanzo ambientato in una dimensione fantascientifica è rendere un ambiente credibile dove inserire una storia. Anche chi non possiede molte nozioni su astrofisica ed astronomia – ed io sono una di queste! – pure è ovvio che l’elemento più difficile da collocare è proprio il Tempo. Con la “T” maiuscola perché è proprio quello delle formule fisiche.

I miei tentativi, devo dire la verità, mi soddisfano almeno dal punto di vista teorico. Nell’Altrodove, il Tempo non è una variabile e questo perché l’Altrodove stesso è in antitesi con il Verodove, che è l’altro lato della medaglia degli universi fenomenici. Detto questo, appare conseguente il fatto che le leggi fisiche che regolano un mondo sono diverse – badate: diverse, non contrapposte! – da quelle che vigono nei Mondi dell’Altrodove. Così entra in gioco l’interfase, ovvero il piegarsi dello spazio-tempo che permette il crearsi di un’Anomalia Temporale. Naturalmente le Anomalie Temporali, nei miei racconti sull’Altrodove, possono essere fenomeni naturali. Essi assorbono quantità indicibili di energia e nell’evoluzione dell’universo essi attingono vita attraverso l’energia di stelle morenti o di buchi neri super-massicci, la cui materia viene tramutata in energia proprio attraverso lo scorrere dell’Altrodove nel Verodove. Ma le Anomalie Temporali possono venir create anche artificialmente, con l’utilizzo controllato di materia ed anti-materia. I motori interfasici che creano il vortice attraverso cui le astronavi raggiungono velocità super-luminali, si alimentano proprio di anti-materia. Certo, direte voi, è un argomento stra-utilizzato nei romanzi di fantascienza, ma è certo un metodo che funziona sempre!

Il Tempo, nei vortici interfasici, mantiene le sue caratteristiche di variabile, ma assorbe anche l’influenza dell’Altrodove, non rallentando, ma cambiando. Esso, assieme alla luce – non più insieme di radiazioni, ma elemento fluido composto da particelle – influisce sulla materia, preservandola dalle alterazioni e rendendola essa stessa parte dell’Anomalia.

Ed è proprio lo svolgersi di queste mie teorie che sono il centro del mio terzo romanzo sull’Altrodove e che, attualmente, consta già del suo primo capitolo. Il Titolo? Certamente qualcosa che contenga la parola “Tempo”, il vero protagonista dei Mondi dell’Altrodove…

A presto, per un altro strano, lungo viaggio...

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giovedì 21 maggio 2009

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Oggi è giornata di visite!!

Ok, il mio dovere l’ho fatto: ho pubblicato il post di oggi (bella forza: era nel reparto bozze di Windows Live da settimane!) ed ora mi accingo a lasciare la mia impronta nei blog altrui! Venio, scribo et exeo!

N.B. il mio nick è exdani – non fate finta di non riconoscermi!

exdaniwantedposter

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LO SPLENDORE DELLA LUCE INTERFASICA – pura speculazione, da “terza immagine”

tratto da “Il terzo ramo della Galassia (Ritorno ad Altrodove – parte II)

  • «Terza immagine»

Sono state fatte molte prove con il microfono, prima dell’inizio della conferenza ed il relatore ha richiesto più volte di poter controllare l’audio. Ma non hanno voluto accontentarlo.

È già da un’ora che espone le sue teorie, ma non è per nulla soddisfatto del lavoro dei tecnici del suono. La sua voce esce dagli altoparlanti decisamente disarmonica.

“È assodato ormai – ed è uno dei fondamenti che compongono la moderna conoscenza di tutti i popoli – che le leggi che regolano l'evolversi degli Universi sono simmetriche rispetto al tempo. È stata, di conseguenza, teorizzata l'esistenza di oggetti antitetici ai buchi neri – i quali, in termini semplici, sono quegli oggetti celesti in grado di catturare la materia attraverso un campo gravitazionale talmente irresistibile da non permettere neppure alla luce di fuggire – che potrebbero esistere in quella parte di tessuto spaziale che viene percorso dalla luce interfasica al momento della creazione della deformità temporale. Tali oggetti emettono materia, ma non interagiscono con gli altri corpi celesti, in quanto nulla può entrare e nulla vi viene attirato.”

…omissis…



“Tuttavia, quello che mi preme far notare sono le implicazioni di un possibile corridoio, a senso unico certamente, ma che rendesse possibile un contatto fra piani diversi o differenti universi. Se fosse fattibilmente possibile percorrere tale corridoio generato da un buco nero collegato ad un suo antitetico, i viaggi interstellari assumerebbero la caratteristica di abbattere puramente e semplicemente le barriere del tessuto spaziale, completamente slegato e liberato dalla variabile temporale!”
“Se tali teorie – che, ad onor del vero, possiedono basi certe, in quanto derivano dalle leggi fisiche-temporali che regolano i corridoi interfasici - venissero effettivamente comprovate, l'interfase stessa apparirebbe come il mezzo ideale per eliminare ogni ombra medianica od empatica, che dir si voglia, dalla creazione del vortice di luce che permette i viaggi interstellari delle nostre navi.”

…omissis…

Il relatore si ferma un momento massaggiandosi il collo.

Le luci della sala gli impediscono di vedere le facce di quelli seduti ad ascoltarlo, ma sente chiaramente i loro occhietti concentrati su di lui. Prende la bottiglietta piena di acqua e menta che si è portato dietro e che sta appoggiata vicino al leggio e se ne versa quasi un terzo in un bicchiere di carta. Beve a piccoli sorsi, sebbene ormai la bevanda non sia più fresca.

Qualcuno tossisce rumorosamente nella sala e ciò lo indispettisce. Posa volutamente e lentamente il bicchiere e si toglie gli occhiali, accingendosi a pulirne le lenti.

Fissa le sagome indistinte degli ascoltatori quasi con stizza.

“Sarete tutti concordi nel riconoscere che gli Universi sono molteplici e che, quale che sia il semplice processo di morte stellare che termina con la formazione dei buchi neri, questi stessi sono imprescindibili elementi di creazione. Tramite la fusione nucleare, verso la fine del ciclo vitale di una stella, questa andrà incontro inevitabilmente al suo spegnimento, trasformando – con sempre minor vigore - tutto l'idrogeno contenuto nel proprio nucleo, in elio. In tale modo la forza gravitazionale della stella, che prima era in equilibrio grazie alla forza generata dalle reazioni di fusione, inizia lentamente a prevalere ed a comprimere la massa della stella verso il suo centro. Tutto il corpo celeste viene così coinvolto in un processo di contrazione ed espansione, durante il quale gran parte della massa viene lanciata nello spazio, a volte a raggiera ed a volte – e più spesso - in una colonna di polveri che attraversa l'astro in direzioni opposte e lineari.”

Piccole gocce di sudore gli imperlano la fronte ed il relatore si tasta le tasche, alle ricerca disperata di un fazzoletto.

“Esimi colleghi, assisteremmo allora ad un evento straordinario: alla rinascita, a tutti gli effetti, di una stella morente! La vedremmo raggiungere velocemente valori e densità di massa tali da creare un campo gravitazionale talmente intenso da non permettere a nulla di sfuggire alla sua attrazione. È questa che viene considerata l’origine stellare di quella curvatura infinita capace di piegare lo spazio-tempo e di assorbire ogni gamma di luce. La rotazione impressa al nucleo dall'immane forza di gravità – e qui devo rendere al pubblico che molti illustri scienziati non condividano tale osservazione – diviene irresistibile, in un crescendo infinito. Capace di attirare intere nebulose e pezzi di universo, in un processo che dura milioni di anni e che porta alla creazione così delle Galassie a spirale.”

…omissis…

“Quello che mi preme far notare è la capacità insita nei buchi neri di deformare il tessuto dello spazio e di imprimere una rotazione alla materia – di qualsiasi natura essa sia – tanto da creare un varco nello spazio-tempo. Tale varco è la caratteristica che accomuna il campo gravitazionale di questi orizzonti degli eventi al vortice interfasico che si viene a creare con l'interazione di materia ed anti-materia. In entrambi i casi la variabile che più viene modificata da questi distinti, seppur in qualche misura simili, fenomeni, è di certo il tempo.”
“Idealmente non si può obiettare che la materia, risucchiata irresistibilmente dall'orizzonte degli eventi, lo oltrepasserà in una direzione soltanto e così pure una nave interstellare dotata di generatori di anti-materia (e cos'altro sono i motori interfasici?) attraverserà il corridoio interfasico in un verso e non nell'altro.”
“E qui la similitudine cessa, poiché nella caduta all'interno del buco nero la materia perde ogni sua caratteristica, ad eccezione della massa, mentre ciò non accade nel corridoio interfasico. Essa si preserva inalterata – in qualche modo protetta da una sorta di parete che la separa dallo spazio normale, ma che pure non è iper-spazio, né caduta in altro universo. ..”

Qualche sagoma scura è ferma da troppo tempo per essere ancora sveglia, ma altri invece sembrano non perdersi nemmeno una parola.

“Ma a tutt'oggi non è possibile conoscere lo stato reale della materia all'interno del corridoio interfasico. In una qualche maniera, esso è più sconosciuto di ciò che accade invece dentro un buco nero. Le leggi che regolano la fisica nello spazio normale vengono deformate dall'orizzonte degli eventi ed esse perdono di validità al medesimo ritmo con cui ci avviciniamo al nucleo del buco nero. All'interno del corridoio interfasico, invece, siamo in un diverso spazio: non parallelo, non figlio, ma certamente diverso.”

…omissis…

“In realtà il corridoio interfasico non è completamente invisibile e separato dallo spazio normale. Esso riflette determinate lunghezze d'onda e tale processo è evidente nel momento in cui il vortice modifica la massa della luce interfasica creando quello splendido fenomeno detto della Rifrazione Iniziale che ingloba e risucchia in esso stesso la materia che vi si avvicina.”
“In effetti, la materia, di cui è composta la luce, non viene rallentata in prossimità del vortice interfasico, ma subisce una tale accelerazione da allungarsi in un crescendo tale da sfogare l'energia che si trova ad assorbire dalla fusione della materia con l'anti-materia, in una spinta ineguagliabile. Tale energia spezza letteralmente lo spazio-tempo, creando il vortice.”
“Certo ci è ancora sconosciuto il processo che porta la luce a trasformarsi durante il suo stato interfasico ed a cambiare massa... ma ciò non di meno accade e la natura di tale metamorfosi, secondo gli studi altiani più recenti, è da ricercare nei punti in comune che lega la natura dell'interfase con i buchi neri.”
“Mentre l'orizzonte degli eventi modifica lo spazio-tempo, costringendo lo scorrere degli istanti situati in prossimità del buco nero, ad una deformazione tale da indurre la materia a piegarsi in una forma ad imbuto che – speculativamente – può incatenarsi ad un fenomeno opposto di fuoriuscita di massa infinita (i buchi bianchi di cui parlavo prima), il fenomeno interfasico interagisce con la luce e la porta a trasformarsi in uno stato avulso dalla sua natura nello spazio normale, ma capace di infilarsi nel tessuto spaziale, creando una sorta di limbo in cui il tempo segue leggi proprie.”
“Ed è in questo momento che io colloco l’esistenza fenomenica della luce interfasica e la possibilità di comprimerla in una unità di fisica quantificabile!”

Finalmente il relatore percepisce quel brusio di attenzione nella sala che cercava fin dall’inizio. Ora è certo di avere proprio tutti gli occhi puntati su di lui.

“Secondo alcuni ricercatori, i buchi bianchi non esistono.”

“Ma sono una minoranza!”

Quello che più lo infastidisce è non riuscire a scorgere la fonte delle domande.

“Manca l’osservazione diretta del fenomeno.”

“Tuttavia esistono indizi talmente numerosi dell’esistenza di tali corpi celesti, da poterla considerare accertata…”

“Ma è sempre possibile che tutti questi indizi vengano spiegati da un'entità fisica, oggi ancora sconosciuta, che non sia un buco bianco.”

Questo è proprio cocciuto!

“Ipotesi questa estremamente improbabile ed è in diretta contraddizione al principio di esistenza dei corridoi interfasici.”

Da qualche parte ci dove pur essere un pulsante che disattivi tutti i microfoni in sala – si chiede il relatore.

“La teoria interfasica è certo suggestiva e, per molti versi, apparentemente speculativa. La sua natura, certamente, deriva da masse di energia fotonica in rotazione e concentrate in uno spazio astronomico ristretto. La singolarità del fenomeno è che tali masse non sono più quantificabili come punti, ma, a causa della spinta indotta dalla rotazione, assumono la forma caratteristica di anelli. Per questa ragione si formeranno non uno, ma una serie di anelli concentrici e collegati gli uni agli altri come un unico corpo sinuoso. La rotazione interfasica fa si che si formi il cosiddetto limbo, che è quella zona immediatamente circostante agli anelli di luce in rotazione e che è causa dell'intenso campo gravitazionale dove lo spazio-tempo, oltre ad essere curvato, entra esso stesso in rotazione trascinato, all’interno del gigantesco vortice.”
“Tale vortice deforma lo spazio circostante fino a spezzare i due lembi di spazio-tempo, solitamente indissolubili. I vortici interfasici sono percorribili in una unica direzione e – come già osservato – ciò li avvicina alla natura peculiare del buco nero.”
“Tali corridoi interfasici – e questo lo possiamo constatare nell’uso pratico che ne fanno le nostre astronavi - permettono viaggi nello spazio a velocità superluminali.”
“Sebbene la loro origine è stata teorizzata a livello matematico, pure tali teorie non riescono a colmare soddisfacentemente ogni aspetto della loro peculiare natura e, sia, direttamente che indirettamente, l'esistenza fisica di tali corridoi cosmici rimane ancora un mistero. Purtroppo le medesime teorie, che pure ne ammettono l'esistenza, pongono anche dei limiti alla loro dimensione o alla quantità di energia necessaria ad attraversarli. Ma non di meno possiamo constatare che – a tutti gli effetti – tali corridoi esistono, i motori interfasici li creano e le nostre navi li attraversano!”
“La teoria interfasica si arresta, divenendo in avanti puramente speculativa, in quanto si scontra con la nostra ignoranza di cosa accada realmente all'interno dei corridoi interfasici e, come nel caso dei buchi neri, le leggi fisiche note perdono validità ben prima che queste speculazioni entrino in gioco…”

Il Terzo ramo della Galassia (Ritorno ad Altrodove - parte II) di Daniela Gambo - edito da Boopen Editore


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lunedì 18 maggio 2009

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GIOCHI D’ACQUA – punto quinto

Con un colpo secco, Luca chiuse la porta dell’ufficio. Si tolse la giacca e la gettò sulla scrivania. Si avvicinò al portatile e accarezzò la tastiera con fare pensieroso. Lo schermo si accese subito ed il cursore lampeggiò all’interno della finestra che richiedeva la password.



Luca rimase a fissare quella semplice riga nera che pulsava e si chiese, una volta ancora, come il fratello potesse essere così certo che Chiara fosse colpevole. Soprattutto, gli risultava incomprensibile che egli volesse accettare a tutti i costi quel caso. Il marito di Chiara era venuto nel loro studio solo la settimana scorsa e già Marco aveva buttato giù le linee principali della linea di difesa che avrebbe adottato. Si vedeva che il caso lo entusiasmava, al contrario suo, che, invece, non ne era per nulla contento! Aprì il primo cassetto della scrivania e, meccanicamente, ne estrasse un pacchetto di sigarette e ne sfilò una, mettendosela in bocca. L’accese e ne aspirò profondamente la prima boccata. Si avvicinò alla porta finestra che dava sul poggiolo e scostò la tenda per guardare di sotto. La strada principale, delimitata da alti e secolari aceri, era già piena di gente e di macchine, malgrado fossero solo le sette di mattina.

Era così assorto in se stesso che non si accorse che la giovane segretaria dello studio era entrata per portargli la posta.

“Credevo che avessi smesso di fumare!” Lo rimbrottò subito, con quel suo tono di piccola maestrina che Luca detestava profondamente.

Luca non le rispose nemmeno, così da darle l’occasione di andarsene senza aggiungere altro, ma – naturalmente – lei non demorse.

“Questa mattina ho dovuto arrivare dieci minuti prima per arieggiare la sua stanza: qui dentro c’è sempre troppa puzza di fumo!”

Lo guardò torva, mentre lui si girava lentamente e schiacciava la sigaretta appena accesa nel portacenere guardandola fissa negli occhi. Soddisfatta? diceva l’espressione del viso di Luca e lei, per risposta, alzò le spalle con gesto incurante.

“Dopotutto, la salute è la tua!” non poté far a meno di dirgli, mentre se ne andava con un rumore sordo di tacchi.

Il profumo di lei era, però, rimasto nella stanza e Luca spalancò la finestra per liberarsene. Non solo non la sopportava, ma arrivava anche ad odiarla cordialmente: specie in quei momenti, quando il suo leggero profumo di vaniglia e rosa selvatica si spandeva nell’aria, facendogliela desiderare. Era stato Marco ad assumerla - quasi sei mesi addietro - e senza interpellarlo. Luca non aveva detto niente: del resto era il fratello l’avvocato dello studio ed era palese che gli fosse necessaria una segretaria. Lei era alta, ben proporzionata e con il sedere sodo. Era bionda, aveva gli occhi verdi, era bella ed era efficiente: era esattamente il tipo di donna con cui Marco amava circondarsi. Si chiamava Vittoria – Viki per gli amici – ed era sempre gentile con tutti, tranne che con lui. Certo avevano iniziato con il piede sbagliato già dall’inizio, quando Luca, scambiandola per una delle tante avventure di Marco, le aveva fatto capire non troppo velatamente che, se era stata assunta, era solo perché andava a letto con l’avvocato. Viki non aveva risposto nemmeno, fulminandolo con gli occhi e classificandolo, senza possibilità di appello, come indesiderato.

Marco s’era fatto quattro risate, quando lui gliel’aveva raccontato.

“Non mischio mai il piacere con il lavoro!” gli aveva ricordato, dandogli una manata sulla spalla .

“Una volta m’è bastata!” aveva aggiunto subito, ricordandogli che la propria futura ex-moglie era stata la loro prima segretaria, quando avevano aperto lo studio.

Era stato così, dopo di allora, che Luca aveva iniziato a desiderare Viki.


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domenica 17 maggio 2009

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NOTIZIE DAL BESTIARIO – chi ha paura del lupo cattivo?

Avete mai notato che c’è sempre più gente sola nel mondo? Certamente ci sono dei cicli storici per cui a volte se ne parla di più, ma è come un’aria pesante e grigia che spesso tendiamo a chiudere fuori dalla porta per non respirarla.

Stiamo per raggiungere i 7 miliardi di persone che popolano la Terra. Si stima che nel 2050 saremmo 9 miliardi! Mammina! Un sacco di gente!!!

Devo dire che è un sacco di gente!



Tante faccine, come piccole emoticon che sbucano dalla superficie del pianeta…

Dove abito io, la mattina puoi sentire ancora i canti dei merli...

A proposito – vi ricordate della merla che stava facendo il nido sotto il portico di casa mia? Bene, ha deposto quattro piccole uova maculate di verde e, sono certa, almeno tre piccoli hanno fatto capolino. Potevo vederne i becchi alzati ed immobili se mi avvicinavo un po’ troppo. Questi merli sono nati qui, quindi considerano il mio giardino come loro personale territorio di canti e di caccia – sono fenomenali nella caccia di lombrichi e piccole lumache!

… e quando passa una macchina sulla strada sterrata – quella che passa davanti a casa mia – ancora ci sporgiamo dalla finestra per vedere chi arriva fino a qui.

Viviamo ad un passo dal confine. Nel paese vicino al mio c’è un centro di accoglienza per immigrati che è stato ricavato da un ex carcere. Ricordo ancora gli elicotteri che passavano bassi e dei carabinieri fermi sulle strade principali quella volta che alcuni di loro erano scappati per le condizioni in cui erano in quel centro. Sono stati tutti presi – o forse sono tornati, non so – ma dove sarebbero potuti andare? Naturalmente dopo nessuno ne ha più parlato. E’ come se ci affrettassimo a cancellare subito tutto ciò che ci può infastidire, così come facciamo quando un programma televisivo non ci piace: click! – e non è un caso che la parola sia di color rosso sangue…click!


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sabato 16 maggio 2009

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Ciao ai nuovi lettori!

underconstructionzOggi è una giornata di sole e l’erba fra le vigne è alta ed in fiore… così me ne sto qui davanti al computer, con i miei antistaminici e vi dedico qualche minuto.



A volte, dopo aver controllato la posta, butto giù qualche bozza di post (il mio portatile è strapieno di bozze!!), ma poi mi lascio prendere dalla smania di personalizzare il template dei “Mondi dell’Altrodove”… naturalmente spessissimo le mie innovazioni o non funzionano od il risultato finale non mi soddisfa per niente, così torno indietro. Alla fine rimando perfino la correzione del libro che devo inviare ad un concorso il cui termine è fine giugno, salvo così rimanere alzata fino a mezzanotte per fantomatici LAVORI IN CORSO!!

Ma non oggi! E’ da tanto che volevo buttare giù qualche riga di saluto a chi si è aggiunto all’elenco dei miei visitatori abituali, quindi

Ed anche un particolare ciao a Matite in Libertà , di cui invidio la tavoletta grafica ed i suoi disegni!!!

Un bacio a tutti!

vicinivicini

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mercoledì 13 maggio 2009

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Donne che amano troppo, ovvero l'ultimo sesso: ve la ricordate Lamù?

Parlando al telefono, ieri, con una mia grandissima amica, mi è venuto in anim3116mente che potrei gettare sulla carta (o sul web!") alcune considerazioni sul terzo sesso e più precisamente sulle donne che amano troppo, tanto per citare la Norwood.


Cosa c’è esattamente nell’animo femminile che ci spinge inesorabilmente – chi più, chi meno, chi in un periodo della propria vita e chi per ogni attimo in cui respira – a sottomettersi volontariamente ad un uomo? Perché una donna arriva a credere fermamente che essere sistemata, da qualcuno dotato di un’appendice in più, all’ultimo posto della classifica, sia accettabile? Eppure tutte noi lottiamo strenuamente se qualcuno ci ruba il posto nella fila dei carrelli alla cassa di un supermercato oppure ci voltiamo dall’altra parte – magari alzando le spalle – se qualche belloccia entra nella nostra visuale e ci oscura. Senza volere, forse… ma, cavoli!, volendo!
E poi, non siamo forse noi stesse ad alimentare tutti quei luoghi comuni sulle donne, affermando con veemenza che sono assolutamente veri e che, è questo è incontestabile, noi personalmente non ne facciamo davvero parte? Solo una donna può parlare male di una donna, è ovvio, eppure non ci ribelliamo se gli uomini hanno la medesima opinione di noi. Ma perché? Perché accettiamo di stare al secondo posto, perché abbiamo salda nella mente l’idea che da sole non possiamo – non siamo letteralmente in grado – di farcela? Perché crediamo che chi ci limita nella nostra libertà lo faccia per amore? Perché siamo così sicure che solo la gelosia è la più alta dimostrazione d’amare di un uomo e tanto sono più eclatanti i gesti che egli fa in nome di tale possesso, tanto più ci sentiamo amate? Eppure siamo le stesse che non accettano una critica sulla messa in piega rivoltaci da nostra madre.
Mi sono sempre chiesta com’è che gli uomini ci vedono. Come deve sembrare strano ai loro occhi qualcuno che sproloquia sui diritti di eguaglianza che, in fondo al cuore, non sente e, forse, non desidera nemmeno. Io chiamo questo tipo di donna, il terzo sesso. Un’entità a parte, separata non solo dal mondo che gira, ma anche da se stessa, dal suo più profondo essere. Qualcuna che non si conosce, che ha paura di se stessa più di quanto abbia paura del resto dell’umanità, perché in se stessa non riconosce nulla di ciò in cui crede. O crede di credere.
Ciò che spinge una donna, in ogni azione che fa, è come possono vederla gli altri. Si pettina per proprio piacere – e lei lo crede fermamente – salvo inesorabilmente acconciarsi i capelli come piacciono a lui e non in altro modo. Quante volte mi sono chiesta come potessi stare con i capelli biondi? Eppure non l’ho mai fatto: il mio lui non mi ha forse detto: non ti ci vedo proprio?
Noi donne amiamo troppo, ci piace davvero amare troppo, ne siamo orgogliose e ci buttiamo a capofitto! L’ho abbiamo nel DNA, ci coccoliamo tanto quanto più ci crediamo e, sempre più spesso, ci dimentichiamo di noi stesse. Nella visione più poetica della figura della donna è insita la capacità unica di creare la vita: siamo le fattrici della specie e ci beiamo in questo. E’ l’unica cosa che non può esserci tolta – almeno per il momento, poi si vedrà – ed in cui il maschio non può superarci: è inconvertibile! Eppure lasciamo che anche ciò ci passi sopra come un bulldozer!
Ma senza parlare di donne che subiscono violenza o che vengono perseguitate nei casi di cronaca, nel loro piccolo quotidiano, il terzo sesso  subisce le angherie dei propri figli, della vita che non hanno davvero scelto ma che è venuta loro addosso e  si lasciano sommergere dalle acque… qualcuno dovrebbe spiegare loro che non c’è una seconda occasione.
Ed, in fondo in fondo, tutte noi apparteniamo un po’ al terzo sesso…
donne_che_amano_troppo_robin

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martedì 12 maggio 2009

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NOTIZIE DAL BESTIARIO - la magnitudo va, ma prima o poi ritorna!

Leggevo l’ultimo post di MissKappa ed i commenti che le sono stati lasciati, così sono incappata in questa notizia di cui non mi sembra proprio i telegiornali abbiano parlato: dunque, il terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile scorso era di magnitudo 5.8 oppure 6.3? Nel governo delle percentuali e dei sondaggi non ci sono precisazioni, tenendo conto che il limite per ottenere i finanziamenti per la ricostruzione al 100% (altre percentuali care agli italiani!) è proprio il fatidico 6! Sotto di lui, le preferenze scendono al 33%!!



Bene, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), nel suo sito parla di una magnitudo 5.8 della scala Richter specificando che si tratta di Ml – magnitudo locale. Questa è la più usata, perché è più rapida da calcolare, ma c’è anche la magnitudo momento (la Mw) e, da una piccola ricerca che ho effettuato, ho potuto constatare che queste possono variare molto fra loro anche se monitorizzano un medesimo evento sismico.

Questo è quanto c’è oggi sul sito dell’INGV:

La sequenza sismica de L'Aquilano - Aprile 2009

creato da emergenza sala sismica — Ultima modifica 12/05/2009 18:12

ultimo aggiornamento 12 maggio 2009

La sequenza sismica de L'Aquilano - Aprile 2009

Localizzazione epicentrale dei terremoti nell'Aquilano fino alle ore 7.00 del 12 maggio 2009

Il 6 Aprile 2009 alle ore 03:33 la zona de l'Aquila è stata colpita da un forte terremoto. La magnitudo della scossa principale è stata valutata sia come magnitudo Richter (Ml) 5.8 che come magnitudo momento (Mw) 6.3. La sequenza sismica continua la sua evoluzione, con moltissime repliche che vengono localizzate dal personale INGV in turno H24 con i dati della Rete Sismica Nazionale integrati da ulteriori stazioni sismiche installate subito dopo la scossa principale nell'area epicentrale.
Tre eventi di M>5 sono avvenuti il 6 aprile (Ml=5.8), il 7 aprile (Ml=5.3) e il 9 aprile (Ml=5.1). I terremoti di Ml compresa tra M=3.5 e 5 sono stati in totale 31. Dall’esame dei segnali riconosciuti automaticamente alla stazione INGV MedNet de L’Aquila (AQU, ubicata nei sotterranei del castello cinquecentesco), sono state conteggiate oltre 20.000 scosse.

e questa è una ulteriore precisazione:

Magnitudo Richter (Ml) e magnitudo momento (Mw): perché possono essere differenti?

La magnitudo Richter o locale (Ml) fu introdotta dal sismologo tedesco Richter nel 1935 per avere una stima della grandezza dei terremoti che fino a quel momento si basava esclusivamente sulla determinazione degli effetti dei terremoti (scale di intensità). Il semplice concetto introdotto da Richter era che si poteva stimare la grandezza di un terremoto direttamente dall’ampiezza di un sismogramma registrato da un sismografo standard chiamato Wood-Anderson. Richter calibrò quindi una relazione che per ogni aumento di ampiezza di 10 volte delle onde sismiche di frequenza pari a circa 1 Hz, equivaleva un aumento di un grado di magnitudo. La magnitudo Richter quindi è una misura della grandezza relativa tra terremoti e non una stima della reale grandezza dei terremoti. Negli anni ’70 Kanamori introdusse la magnitudo momento (Mw) derivata dal parametro sismologico momento sismico che equivale al prodotto tra area di faglia, dislocazione e la resistenza delle rocce. Il momento sismico e la magnitudo momento rappresentano quindi la migliore stima della reale grandezza del terremoto. Il momento sismico è anche un osservabile sismologico in quanto si può calcolare direttamente dal sismogramma, in particolare dalla parte a bassa frequenza (minore di 1Hz) ma la sua determinazione richiede un certo tempo.
L’ampiezza delle onde sismiche a bassa frequenza, dove viene calcolata la magnitudo momento (al di sotto di 1 Hz), per forti terremoti è maggiore dell’ampiezza delle onde sismiche a 1 Hz, dove viene calcolata la magnitudo Richter, e questo è dovuto alle caratteristiche della sorgente sismica. Questa particolarità delle onde sismiche dei forti terremoti è alla base della differenza che si osserva tra magnitudo Richter e magnitudo momento. Si parla infatti di saturazione della magnitudo Richter per forti terremoti in quanto l’ampiezza della onde sismiche a 1 Hz non aumenta linearmente all’aumentare della magnitudo. La magnitudo Richter è ancora in uso grazie alla rapidità con la quale viene calcolata, ma la magnitudo momento è sicuramente la migliore stima della reale grandezza di un terremoto, essendo direttamente legata alle dimensioni e alla dislocazione della sorgente sismica. Si noti infatti che sin dai primi comunicati dell’INGV, relativi al terremoto del 6 aprile 2009, venivano indicate ambedue le stime di magnitudo.

Forse il disguido meriterebbe qualche piccolo approfondimento…


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domenica 10 maggio 2009

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Tutte le mamme del mondo…

tutte le mamme del mondo - by exdani

A tutte le mamme del mondo:

Sui figli

di Kahlil Gibran

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: la vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.

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lunedì 4 maggio 2009

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I piccoli piaceri della vita… righe sulla carta

Viviamo in un mondo che, giorno dopo giorno, sembra divenire sempre più stressante. Paura di perdere il posto di lavoro (per chi ce l’ha) ed ansia per non averlo ancora trovato. Ansia per i pericoli che corrono i nostri figli e paura che quanto noi cerchiamo di fare non possa mai essere abbastanza…



Così a volte è un toccasana rifugiarci in un mondo dove nessuno può toccarci. Per qualcuno sono i sogni, un po’ di musica o una corsa in moto in montagna. I viaggi o solo un buon libro, tanto per immergerci in una realtà diversa e poter ricaricare lo spirito e le pile…

A volte, oltre che scrivere, provo a fare qualche disegno a mano libera

ImmaginePROVA


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venerdì 1 maggio 2009

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NOTIZIE DAL BESTIARIO – dalla mucca pazza alla febbre suina: una strada lastricata di allarmismi

All’inizio c’è stata la mucca pazza – nel lontano 1985. Le mucche della Gran Bretagna cominciano a tremare, perdere peso ed a morire. Forse perché sono state trasformate per mano umana da paffute erbivore, non solo in carnivore, ma addirittura in cannibali! Nel 1995 muore il primo uomo colpito dalla variante del morbo Creutzfeld-Jakob, l'encefalopatia spongiforme che colpisce gli esseri umani. Finalmente, alla fine del 2000, la notizia arriva ai telegiornali. Ed è pandemia: nella sola Inghilterra muoiono ben 10 persone! E milioni di mucche vengono macellate e distrutte per arginare la diffusione del… prione! In Europa nessuno compra più carne e i danni per il settore sono enormi.
Chi ne ha tratto profitto? Certamente chi fabbricava i cosiddetti test per la Bse!



Arriva in seguito l’afta epizootica che decretò nel 2001 l’abbattimento in Francia, Gran Bretagna, Olanda ed Irlanda di quasi 6,5 milioni di ovini. Nulla in Italia.

Sempre dall’Oriente, da Hong Kong, ecco l’aviaria, nel 2003, (il terribile virus H5N1 che nel solo sud-est asiatico ha coinvolto più di 150 milioni di volatili e polli!) ed, a ruota, la S.A.R.S. nel 2005 (una forma atipica di polmonite denominata Sindrome Acuta Respiratoria Severa, che forse è arrivata all’uomo partendo dallo zibetto), Quest’ultima fece circa 780 morti su 8.100 casi dichiarati. Lo sapete che l’influenza che colpisce ogni anno il mondo (l’australiana, la cinese e così via) colpisce dai 3 ai 5 milioni di persone causando circa 500.000 morti e che è per questo la terza causa di morte per malattie infettive dopo Aids e Tbc?

Common palm civet (Paradoxurus hermaphroditus) Foto da: Hosomidani.no-blog

Ma la strage degli innocenti in realtà c’è stata. Sono morti milioni di animali: mucche, polli, ovini. Solo che per loro non si è studiato alcun tipo di farmaco o di prevenzione.

Si sono consumati anche migliaia e migliaia di confezioni di farmaci inutilizzabili per decine di milioni di euro. Soldi al vento, in nome di una paura diffusa dalla stampa e dai media, certo, ma anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ogni qual volta paventava pandemie ed allarmi, tutti prontamente accolti dalle grandi multinazionali farmaceutiche, le quali – indovinate un po’ – si arricchirono.

L’anno scorso ci fu il latte alla melanina, sempre dalla Cina, dove i morti furono una decina, purtroppo bambini. Niente in Europa.

Oggi, ad ammalarsi, sono i maiali. Questa volta tocca a loro.

Ma la vera pandemia è la psicosi. Ciò che scatena la paura sono le immagini che ci arrivano dal Messico, le scuole chiuse, i bambini che girano con la mascherina e le famiglie che si chiudono in casa e tutti quei comunicati che ci parlano di casi accertati, da valutare e poi smentiti. La notizia del piccolo messicano morto ci terrorizza perché siamo genitori e sappiamo, purtroppo, che sono loro, i bambini, insieme ai più anziani, i soggetti più a rischio di complicanze nei casi di malattie influenzali.

Ma le conseguenze possono essere anche altre. Non dimentichiamo il crollo delle vendite di carne di manzo e pollo, le migliaia di posti di lavoro perduti, le aziende agricole in crisi e i miliardi persi dai settori che, di volta in volta, sono stati colpiti dalla paura. Nel periodo di crisi economica in cui viviamo, tutto ciò non è da sottovalutare.

Guardo i miei bambini che dormono. Ho fatto or ora il giro delle camere per spegnere la luce. Certo che morirei se capitasse loro qualcosa. Ma sono certa che non capiterà. Ho paura di più dell’accordo paventato con la Francia per il ritorno del nucleare in Italia. Ho paura anche di tutti quei silenziosi OGM che ci vengono rifilati, più o meno velatamente, in ciò che consumiamo.

Io vivo in campagna. Una coppia di merli ha fatto il nido su una trave del mio portico. La mattina presto, quasi all’alba, difronte a casa mia, puoi spesso vedere le lepri correre tra i filari di vite. Qualche volta capita anche un capriolo.

Ma le api sono sempre meno numerose.

Image via Wikipedia

OGM - ADN

Fonti: Il Giornale.it, Wikipedia, New Word Hera

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